Anche l'Argentina si appresta a vietare il gioco online d'azzardo non legale, quindi casinò, poker, bingo e scommesse, presto non saranno più fruibili dai cittadini del paese sudamericano. Anche in Argentina si vuole legalizzare il gaming online.
Anche l'Argentina si appresta a vietare il gioco online d'azzardo non legale, quindi casinò, poker, bingo e scommesse, presto non saranno più fruibili dai cittadini del paese sudamericano. Anche in Argentina si vuole legalizzare il gaming online.
Anche l'Argentina si appresta a vietare il gioco online d'azzardo non legale, quindi casinò, poker, bingo e scommesse, presto non saranno più fruibili dai cittadini del paese sudamericano. Anche in Argentina si vuole legalizzare il gaming online.
Giusto ieri vi abbiamo parlato di come il Giappone sia intenzionato a legalizzare il gioco d'azzardo per far fronte alla crisi economica che sta colpendo il paese del sol levante. L'Argentina, anche lei reduce da una fortissima crisi (ora il paese sudamricano è in forte ripresa), ha intrapreso la strada opposta, vietando tutte le forme di giocod'azzardo on-line non legalizzate (casinò, bingo e siti di gioco d'azzardo) non autorizzate. Entrambe le scelte sono dettate, più che per filantropia, dal bisogno di soldi.
Un primo disegno di legge è stato proposto nella capitale, Buenos Aires, con l'obbiettivo di fermare tutte le forme di gioco d'azzardo online nella provincia. Anche dalla città di Santa Fe, arriva una proposta simile con la quale si vuole punire tutte le società di Service Provider Internet che consentono ai cittadini di collegarsi ai siti d'azzardo, compresi: casinò online, poker online, bingo online e scommesse sportive.
A presentare il disegno di legge è il consigliere Luis Alberto Mauri, che in un intervista dichiara quanto segue: «Siamo consapevoli che il gioco d’azzardo fa parte del comportamento sociale ed è sempre più popolare online, ma non significa che lo Stato deve astenersi dall’esercitare il controllo sui siti che operano sul territorio». Avere in Argentina solo canali legali, suggerisce sempre il consigliere Mauri, permetterebbe di avere un controllo, e quindi tassare, i siti che operano sul paese, per poter invesire i soldi riscossi in programmi sociali.