Pubblicato in Gazzetta lo scorso 13 luglio ed entrato in vigore il 14 luglio 2018, il Decreto Dignità ora è sotto bersaglio di chi (giustamente) lo critica per le tante sue inesattezze, soprattutto per quanto riguarda lo stop alla pubblicità per i giochi d’azzardo.
Per tale motivo LeoVegas ha deciso di presentare ufficialmente reclamo alla Commissione Europea contro il Decreto Dignità, poiché è stato adottato in violazione dell’obbligo di notifica dell’articolo 5 della Direttiva dell’Unione Europea 2015/1535 e viola inoltre gli articoli 54 e 56 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
“Gli Stati membri comunicano immediatamente alla Commissione qualsiasi progetto di regolamentazione tecnica, tranne nei casi in cui si limita a trasporre il testo integrale di una norma internazionale o europea, e devono inoltre comunicare alla Commissione i motivi che rendono necessaria l’adozione di tale regolamento tecnico, qualora tali motivi non siano già stati chiariti nel progetto”, scrive Niklas Lindahl di LeoVegas e come riportato anche dai colleghi di agimeg.
“Per gli operatori di gioco online la pubblicità e la sponsorizzazione sono gli unici mezzi per rendersi riconoscibili presso i giocatori e distinguersi dagli operatori illegali, promuovendo così il trasferimento dei giocatori dal settore illegale a quello legale”, si legge ancora.
“Come avevo annunciato, abbiamo dato ufficialmente seguito al reclamo alla Commissione Europea contro il Decreto Dignità” ha dichiarato Niklas Lindahl, Country Manager di LeoVegas Italia ad Agiemg. ”In questi giorni abbiamo chiesto udienza alle Commissioni Finanze e Lavoro, senza essere ricevuti, e abbiamo inutilmente proposto degli emendamenti al Decreto Dignità, chiedendo in particolar modo di esperire – in merito all’Articolo 9 – la procedura di comunicazione alla Comissione Europea secondo l’articolo 5, paragrafo 1, della Direttiva UE 2015/1535. Purtroppo c’è stata una totale chiusura nei nostri confronti e il Ministro Di Maio non ha voluto accettare un confronto democratico e la creazione di un tavolo di lavoro insieme alle Associazioni del settore. Davanti a questo scenario, abbiamo ferma fiducia nella Commissione europea affinché possa riconoscere che il Decreto Dignità viola la legislazione sulla libera circolazione di beni e servizi, oltre a non aver volutamente attivato la procedura di comunicazione per tempo. Dimostreremo al Ministro Di Maio che il divieto di pubblicità non rispetta le leggi europee e soprattutto non tutela, ma anzi espone maggiormente, gli italiani nei confronti della ludopatia”, conclude Niklas Lindahl.