Vietare pubblicità per il gioco d’azzardo? Perché non farlo per problemi ancora più seri? Bibite gasate, alcool, cibo spazzatura? Obesità e alcolismo sono un problema reale!

La tristezza della politica, in particolare forse quella italiana, sta proprio in quei decreti che veramente sono fatti tanto per fare, per fare rumore, per far vedere che loro qualcosa stanno facendo, combinando purtroppo fesseire per dirla alla Totò. L’ultima è il divieto totale della pubblicità per il gioco d’azzardo.

La tristezza della politica, in particolare forse quella italiana, sta proprio in quei decreti che veramente sono fatti tanto per fare, per fare rumore, per far vedere che loro qualcosa stanno facendo, combinando purtroppo fesseire per dirla alla Totò. L’ultima è il divieto totale della pubblicità per il gioco d’azzardo.

Ma prima di parlare di gioco d’azzardo vorrei fari notare i dati forniti dall’Osservatorio nazionale sulla salute, pubblicati dal Sole24Ore l’ottobre scorso: “Più di un terzo della popolazione adulta (35,3%) è in sovrappeso, mentre una persona su dieci è obesa (9,8%); complessivamente, il 45,1% dei soggetti di età uguale o maggiore di 18 anni è in “eccesso ponderale”(sovrappeso più obesità)”.

Dati di gran lunga più preoccupanti del gioco d’azzardo e il gioco patologico. “L’obesità – si legge ancora – rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale sia perché la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento non solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito sia perché è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori. In termini di costi alla collettività nel mondo, l’obesità occupa il terzo posto dopo fumo di sigaretta e guerre e terrorismo coinvolgendo, ormai, oltre 2 miliardi di adulti e bambini. Secondo un rapporto presentato al comitato per la food security della Fao dall’organizzazione no profit Ipes-Food «senza malnutrizione il Pil del mondo sarebbe più alto dell’11% mentre l’obesità costerà 760 miliardi di dollari entro il 2025». Una contraddizione, appunto, da correggere al più presto”.

L’obesità è al secondo posto dopo sigarette e terrorismo, avete letto bene cari lettori. Ma di lotta all’obesità non se ne parla, di vietare la pubblicità di chi offre noi e ai nostri figli cibo spazzatura o quelle bibite gasate che ci piacciono tanto, che in tv sono bevute da modelli e modelle con fisici statuari che pare stiano bevendo chissà quale elisir di lunga vita o di bellezza, mica se ne parla. Per le azienda che produco bibite gasate e cibo spazzatura, ovvero che producono obesità nel paese, con tutti i gravi problemi che ciò comporta, chissenefrega, perché quel sistema lì come fai a buttarlo giù, a dargli: “Mi spiace da domani niente più pubblicità”.

Vi ricordiamo che in molti Paesi, come la Francia, le bibite gasata sono state tassate. Ma vogliamo dell’alcool e dell’alcolismo, che poi è legato anche all’obesità, perché di certo gli alcolici non fanno dimagrire? Ne vogliamo parlare? Bene, vi riprovo alcuni dati Istat:

Nel 2016 si stima che i consumatori giornalieri di bevande alcoliche siano il 21,4% della popolazione di 11 anni e più, confermando il trend strutturale discendente degli ultimi dieci anni (22,2% nel 2015 e 29,5% nel 2006). Continua invece ad aumentare la quota di coloro che consumano alcol occasionalmente (dal 38,8% del 2006 al 43,3% del 2016) e che bevono alcolici fuori dai pasti (dal 26,1% al 29,2%).

Tra gli adolescenti diminuisce sensibilmente il consumo di alcolici (dal 29 al 20,4%) sia giornaliero (peraltro molto contenuto), sia occasionale, seppure con un andamento oscillante negli ultimi anni. Beve vino il 51,7% della popolazione di 11 anni e più che ha consumato alcolici nel 2016 mentre il 47,8% consuma birra e il 43,2% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori.

Prevalgono i consumatori moderati (48,8% sul totale della popolazione e 75,4% sui consumatori annuali). Stabili, rispetto al 2015, i comportamenti di consumo abituale eccedentario o di binge drinking, che hanno riguardato 8 milioni e 643 mila persone (15,9% della popolazione e 25% dei consumatori).

Nel consumo eccedono più frequentemente rispetto alle raccomandazioni del Ministero della Salute gli ultrasessantacinquenni (36,2% uomini e 8,3% donne), i giovani di 18-24 anni (22,8% e 12,2%) e gli adolescenti di 11-17 anni (22,9% e 17,9%). La popolazione giovane (18-24 anni) è quella più a rischio per il binge drinking, frequente soprattutto durante momenti di socializzazione, come dichiara il 17,0% dei ragazzi (21,8% dei maschi e 11,7% delle femmine)”.

C’è da commentare? Vogliamo dire che l’alcool non rappresenta un problema ben più grave del gioco d’azzardo? Eppure non i pare che in tv o in altri luoghi sia vietata la pubblicità. A me pare che in tv di vedere spesso bande di ragazzi che si scatenano bevendo il loro liquore preferito, gruppi di amici che dopo aver compiuto imprese stile Indiana Jones si rilassano bevendosi un bel goccetto, eccetera. E non dimentichiamo i morti che provoca l’alcool anche indirettamente, a causa degli indicenti stradali mortali con alla guida persone con un tasso alcolico elevato.

Per quanto riguarda il gioco d’azzardo, i giocatori problematici sono circa il 2,4%, numeri decisamente inferiori e parliamo comunque di un stima. Ora, io non voglio dire che vietare il gioco ‘azzardo sia una cosa totalmente sbagliato, ma farlo a 360 gradi rischi di creare un altro problema, quello di favorire il gioco illegale, che prima dell’arrivo in Italia del gioco legale, ha fatto decimante più danni e tornerà a farli se l’idea che nasce dal nulla, dal fatto di dover fare qualcosa per accontentare il popolo all’oscuro dei reali problemi, insomma se l’idea inserita nel Decreto Dignità da Di Maio, dovesse essere messa in atto, bene, il gioco problematico esisterà ancora, andrà fuori controllo e da tutto ciò ne godrà solo la malavita e il gioco illegale, che si arricchirà per colpa di un Governo che non sa quello che sta facendo.

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