Secondo un recente studio dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa è emerso che la popolazione a rischio gioco patologico in Italia è solo dello 0,6%, una percentuale al pari della Germina, tra le più basse al mondo. In diminuzione anche il numero dei giorni che si avvicinano al gioco.
In base agli studi dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, è merso che in Italia circa 17 milioni di persone nel 2017 ha tentano la fortuna al gioco ameno una volta, vale al dire il 43% degli italiani di età compresa fra i 15 e i 64. Viene tuttavia evidenziato un calo drastico nei giovani di età 15-19 anni che si avvicina al gioco. Il numero negli ultimi anni è passata a 1,4 a 1 milioni, -28,5%.
Per quanto riguarda invece il gioco patologico, i colleghi di Agimeg hanno fatto alcune stime e hanno accertato che l’Italia ha la minor percentuale fra i Paesi in cui il gioco è regolamentato, appena dello 0,6%. Abbiamo la stessa percentuale della Germania. Sopra di noi Spagna con l’1%, l’Australia con l’1,5%, Svezia al 2% e Primo post per il Regno Unito con il 3%.
Sempre secondo l’analisi del Cnr di Pisa, tra i giocatori problematici, il 47% ha un reddito tra i 15mila e i 36mila euro all’anno. Mentre mediamente il 63,7% dei giocatori totali spende mediamente meno di 10€ al mese, il 25,3% fra 11€ e 50€, l’8,7% spende fra 50€ e 200€, infine, il 2,3% spende più di 200€ al mese.
E’ inoltre emerso che sempre più italiani preferiscono giocare online, e coloro che optano ancora per il gioco fisico, invece, il 58% preferisce raggiungere il luogo in meno di 5 minuti, il 23,5% in circa dieci minuti. La comodità è la chiave, e l’online sotto questo aspetto non ha rivali, dato che tramite mobile si può giocare ovunque e in qualsiasi momento.