Il sottosegretario con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, è tornata a parlare di gioco, riassumendo in breve gli obiettivi portati a termine in questi ultimi anni, soprattutto online dopo la lotta all’illegalità ha portato i suoi frutti, oscurando oltre 6mila siti illegali.
In questi anno di governo del PD, il sottosegretario con delega ai giochi, Pier Paolo Baretta, ha messo in atto un complesso riordino del settore giochi, con buoni risultati che ha riassunto in una recente intervista per i colleghi di agimeg.
Il primo punto portato a termine è stato quello di regolamentare un settore che fino a pochi anni fa pensava solo ai proventi, senza curarsi di altro. “Lo Stato per un lungo periodo non si è impegnato che non per garantire le entrate erariali provenienti dal gioco, lasciando correre qualsiasi forma di regolazione. Il settore negli ultimi dieci anni è invece esploso, passando da una raccolta di 30 miliardi fino a 90 miliardi di euro. Contestualmente vi è stata una moltiplicazione dell’offerta di giochi, che comportava la necessità di un riordino, che ha dovuto scontare una conflittualità importante”
Il sottosegretario ha dunque specificato che esistono due facce, “da una parte c’è il settore del gioco con i suoi problemi occupazionali, dall’altro Enti locali e associazioni che invece partendo dal problema della salute dei cittadini si sono attestati su una linea rigorosa”.
In questi anni è stata cercata una linea di equilibro, a favore del cittadino: “La questione non era liberalismo o proibizionismo, ma che il gioco diventasse una condizione normale nella vita delle persone”.
Per quanto riguarda invece il gioco online, la partita si è giocata contro l’illegalità: “Per il gioco via internet la regolamentazione non è il problema, infatti c’è ed è molto stringente, il problema è che spesso sfugge al controllo legale, attaccato dall’illegalità. Nel 2017 sono stati oscurati oltre 6mila siti illegali, è una battaglia continua”.
“L’esperienza del nostro Govern – ha poi concluso Baretta – o ha dato una svolta netta sull’approccio dello Stato in tema di gioco, su una serie di misure importanti che fuggono da base su cui lavorare in futuro”.