L’American Gaming Association, sin dal 2010 a favore della regolamentazione del gioco online negli Stati Uniti d’America, ha clamorosamente comunicato che non darà più il suo appoggio al settore.
L’American Gaming Association, sin dal 2010 a favore della regolamentazione del gioco online negli Stati Uniti d’America, ha clamorosamente comunicato che non darà più il suo appoggio al settore.
L’American Gaming Association, sin dal 2010 a favore della regolamentazione del gioco online negli Stati Uniti d’America, ha clamorosamente comunicato che non darà più il suo appoggio al settore.
Sin dal 2010, l’American Gaming Association (AGA) ha sempre supportato la regolamentazione del gioco d’azzardo online. Recentemente, però, l’organizzazione che ha sede a Washington ha sorpreso l’industria del gambling, dichiarando che l’iGaming – sostanzialmente – non è più affar loro.
Questa svolta radicale arriva a sorpresa, visto che il presidente dell’AGA, Geoff Freeman, l’anno scorso affermò al Congresso che il gioco d’azzardo online “è nato per restare” e che le industrie dovevano adattarsi “o essere lasciate indietro”. Ai tempi, i membri dell’AGA (Caesars, Boyd, MGM, Wynn) sembravano tutti d’accordo sulle potenzialità del gioco online.
Ma poi è arrivato il CEO della Las Vegas Sands, Sheldon Adelson, che ha intrapreso una vera e propria cruciata contro il gioco online. Secondo alcuni, Adelson avrebbe minacciato un terremoto all’interno dell’AGA, cosa che avrebbe spinto l’associazione a cambiare idea, in nome della conservazione della “pace”, tra virgolette ovviamente.
Una svolta in qualche modo anticipata dal presidente di MGM Resorts, Jim Murren, che solo un paio di mesi fa dichiarava al Las Vegas Review-Journal: “Non voglio che l’AGA si ritrovi in mezzo a una controversia immensa, a una lotta intestina. Credo che Internet sia diventato un argomento troppo divisivo: ci sono tanti altri argomenti su cui andiamo d’accordo che potrebbero avere la precedenza”. Detto, fatto.