Anche la Remote Gambling Association si schiera contro la nuova tassa del 15% sulla raccolta, introdotta nel Regno Unito e valida per tutti gli operatori, sia nazionali che residenti all’estero.
Anche la Remote Gambling Association si schiera contro la nuova tassa del 15% sulla raccolta, introdotta nel Regno Unito e valida per tutti gli operatori, sia nazionali che residenti all’estero.
Anche la Remote Gambling Association si schiera contro la nuova tassa del 15% sulla raccolta, introdotta nel Regno Unito e valida per tutti gli operatori, sia nazionali che residenti all’estero.
Non si spengono le polemiche sul nuovo regime fiscale introdotto nel Regno Unito e relativo al settore dei giochi d’azzardo online. L’ultimo intervento è della Remote Gambling Association, che si è sostanzialmente allineata a chi ritiene la tassa del 15% sulla raccolta troppo elevata e quindi potenzialmente pericolosa.
In che senso? La RGA fa sapere che alzare il livello della pressione fiscale così in alto potrebbe avere l’effetto di spingere i giocatori a rivolgersi ai cosiddetti siti offshore, cioè quelli che non posseggono una regolare licenza. Con effetti – naturalmente – devastanti per tutto l’ecosistema del gioco online.
Nel suo intervento in questo dibattito particolarmente delicato, la Remote Gambling Association ha sottolineato come un esame prelegislativo del Comitato per la Cultura, Media e Sport aveva già avvisato che un imposizione fiscale troppo alta sul gambling online avrebbe potuto “condurre i clienti e le imprese verso il mercato nero”.