Era il 24 febbraio 2006 quando la lista nera, gestita dall’allora AAMS – oggi Agenzia dei Monopoli delle Dogane – segnalava i primi 500 siti di gambling bloccati. Oggi siamo arrivati a 4.737 unità.
Era il 24 febbraio 2006 quando la lista nera, gestita dall’allora AAMS – oggi Agenzia dei Monopoli delle Dogane – segnalava i primi 500 siti di gambling bloccati. Oggi siamo arrivati a 4.737 unità.
Era il 24 febbraio 2006 quando la lista nera, gestita dall’allora AAMS – oggi Agenzia dei Monopoli delle Dogane – segnalava i primi 500 siti di gambling bloccati. Oggi siamo arrivati a 4.737 unità.
Non è ancora ufficialmente il suo compleanno, ma possiamo già fare gli auguri alla blacklist, la lista nera dei siti di gioco d’azzardo online non autorizzati. Voluta dall’ormai ex Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, e oggi gestita dalla nuova Agenzia dei Monopoli e delle Dogane, la blacklist ha esordito precisamente il 24 febbraio 2006.
La prima infornata di siti bloccati dai Monopoli fu di 500 unità, che nel giro di un anno salirono a 640. Da lì in avanti fu un escalation di segnalazioni e blocchi, tanto che ormai abbiamo abbondantemente superato quota 4.500 siti bloccati. Nell’ultimo aggiornamento, eseguito pochi giorni fa, il numero è arrivato a ben 4.737.
Una battaglia contro il mercato delle cosiddette sale .com che ha recuperato parecchi soldi. Nel 2005, prima dell’introduzione della lista nera, la raccolta del gioco online si attestava sui 305 milioni di euro; l’anno successivo alla blacklist si toccò quota 884 milioni. Nel 2008 la prima volta oltre il miliardo di euro, fino ai 15,9 dell’anno scorso.
Un exploit che naturalmente non può essere ascritto soltanto all’introduzione, seppur positiva, della blacklist AAMS. A contribuire a questo vero e proprio boom economico ci hanno pensato la legalizzazione delle poker room online e l’introduzione dei casinò online prima, con l’aggiunta delle slot machine a partire da fine 2012.