Il timore degli operatori è che il gioco online porti, nel tempo, a un netto calo delle visite. Una preoccupazione legittima, oppure l’avvento del gambling online in realtà sarà positivo anche per il gioco terrestre?
Come ormai è noto, gli Stati Uniti d’America stanno riaprendo lentamente il mercato del gambling online, seppure solo a livello statale (almeno per il momento). Delaware, Nevada e New Jersey sono i primi tre stati ad averlo fatto, con risultati tutto sommato abbastanza positivi. Eppure gli operatori del gioco terrestre hanno già cominciato a storcere il naso.
Il primo a lanciarsi in una vera e propria crociata contro il gambling virtuale è stato Sheldon Adelson. Inizialmente sembrava che nessuno dovesse fargli da sponda, e invece recentemente la Caesars Entertainment è intervenuta nel dibattito, palesando tutta la propria preoccupazione, sebbene anch’essa abbia deciso di entrare in questo business, sia nel Nevada che nel New Jersey.
Il timore è che il gioco online possa, nel tempo, influenzare negativametne il numero delle visite e l’ammontare delle giocate nei casinò terrestri, che la Caesars Entertainment possiede appunto nei due stati sopra citati. L’azienda teme principalmente per la “salute” delle sale da gioco che possiede nel New Jersey: Showbaot Casino Hotel, Caesars Atlantic City, Harrah’s Resort Atlantic City e Bally’s Atlantic City.
Eppure ci sono diversi analisti del settore che non la pensano propriamente così. In tanti, infatti, ritengono che in realtà il gioco online possa far bene anche agli operatori tradizionali. Difficilmente, infatti, un appassionato di giochi da casinò che ha la possibilità di recarsi in una sala terrestre (perché ci abita abbastanza vicino) smetterà di andarci semplicemente per giocare online. Viceversa, “stuzzicate” dall’aver provato il gioco virtuale, persone che magari non si sono mai recate in un casinò, magari per evitarsi un paio d’ore di macchina, potrebbero invece essere spinte verso le sale terrestri.