L'ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Alberto Acierno, è stato condannato a sei anni e sei mesi di reclusione con l'accusa di peculato. Il parlamentare avrebbe rubato soldi ad una Fondazione anche per giocare ai casino online.
L'ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Alberto Acierno, è stato condannato a sei anni e sei mesi di reclusione con l'accusa di peculato. Il parlamentare avrebbe rubato soldi ad una Fondazione anche per giocare ai casino online.
L'ex deputato dell’Assemblea regionale siciliana, Alberto Acierno, è stato condannato a sei anni e sei mesi di reclusione con l'accusa di peculato. Il parlamentare avrebbe rubato soldi ad una Fondazione anche per giocare ai casino online.
L’esponente politico, secondo i giudici della quarta sezione penale di Palermo, presieduti da Vittorio Alcamo, avrebbe usato due carte di credito della Fondazione Federico II, l'ente istituito dall'Ars con una legge del 1997, per scopi personali: viaggi, shopping, canoni Sky ed Enel e giocate su diversi casino online.
Acierno avrebbe sottratto circa 100 mila euro che, come da sentenza, dovrà restuire all'ente.
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Il deputato dell'Ars sostiene di essersi sempre considerato come il direttore di un'azienda privata, con il compito di compensare la situazione contabile, e che la cifra mancate non è altro che un compenso dovutogli come custode delle opere d'arte esposte durante le celebrazioni del 60esimo anniversario della prima seduta dell'Assemblea regionale siciliana.
In realtà, di quanto dichiarato dal deputato, non c'è nulla né nella contabilità della Fondazione né in quella dell'Assemblea regionale e per questo motivo Acierno è stato condannato. Uno dei nodi fondamentali del processo, come si legge su LiveSicilia, ha riguardato la qualificazione del reato da contestare ad Acierno: peculato o appropriazione indebita.
Se, insomma, i due enti sono da assimilare al privato o al pubblico e, di conseguenza, se Acierno dovesse essere giudicato come un pubblico ufficiale. I giudici hanno attribuito al gruppo misto dell'Ars e alla Fondazione Federico II il carattere di ente di diritto pubblico, creando in questo modo un precedente importante per le nuove indagini in corso, in particolare, sulla gestione dei gruppi dell'Ars nella scorsa legislatura.
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