Per fare fronte alle difficoltà che il Casino di Campione d'Italia sta vivendo nell'ultimo periodo, il sindaco Maria Piccaluga ha deciso di metterci la faccia in prima persona. Chiesto l'intervento ai parlamentari di Como e di Lecco.
Per fare fronte alle difficoltà che il Casino di Campione d'Italia sta vivendo nell'ultimo periodo, il sindaco Maria Piccaluga ha deciso di metterci la faccia in prima persona. Chiesto l'intervento ai parlamentari di Como e di Lecco.
Per fare fronte alle difficoltà che il Casino di Campione d'Italia sta vivendo nell'ultimo periodo, il sindaco Maria Piccaluga ha deciso di metterci la faccia in prima persona. Chiesto l'intervento ai parlamentari di Como e di Lecco.
Nonostante il riconoscimento ottenuto ai recenti ECA Awards, per il Casino di Campione d'Italia non è il migliore dei periodi. E dire che per certi versi, tra i quattro casino made in Italy, quello situato nell'enclave italiana in territorio svizzero è quello che sta ottenendo i risultati migliori. Ma purtroppo non basta.
La crisi non risparmia Campione
Crisi economica, rapporto sfavorevole tra euro e franco svizzero e una sempre crescente offerta di concorrenza dello Stato italiano nel settore dei giochi rischiano di mettere in ginocchio il Casino di Campione. Lo sa bene il sindaco della bella cittadina, Maria Piccaluga, che è scesa in campo chiedendo ai parlamentari di Lecco e di Como di intervenire.
Lo ha fatto durante un incontro tenuto nella sede della provincia di Como, durante il quale ha dichiarato: “Il Comune, con la quota di proventi di sua spettanza, può dare copertura finanziaria alle particolari misure a favore dei suoi cittadini richieste dalla sua interclusione territoriale e pertanto, l’esercizio del casinò rappresenta elemento insostituibile di garanzia degli equilibri socio-economici della comunità campionese”.
Il primo cittadino di Campione d'Italia ha richiesto l'intervento del Governo, affinché vengano prese le necessarie misure per permettere al Casino di Campione di passare oltre questo momento di crisi. Una crisi che, come ha ammesso la stessa Piccaluga, non ha alcun precedente nei quasi ottant'anni di storia della sala da gioco.
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