I casino di Macao, la cui crescita continua a ritmi insostenibili per tutti gli altri Paesi, sono sempre alla ricerca di figure professionali. Dealer e operai vanno via come il pane, tanto che il tasso di disoccupazione è ai minimi storici.
Casino Macao, è caccia ai dealer
I casino di Macao, la cui crescita continua a ritmi insostenibili per tutti gli altri Paesi, sono sempre alla ricerca di figure professionali. Dealer e operai vanno via come il pane, tanto che il tasso di disoccupazione è ai minimi storici.
Chissà cosa ne penserebbe il presidente del Consiglio, Mario Monti, se venisse a conoscenza del fatto che il tasso di disoccupazione, a Macao, è del 2,1%. In Italia ci avviciniamo a passo spedito al 10%, quasi cinque volte tanto, con punte del 30% se ci limitiamo a considerare la disoccupazione tra i giovani. Ma Macao, si sa, fa storia a sé.
A Macao la disoccupazione è quasi zero
I casino continuano a crescere a dismisura. Tanto che c'è una domanda di posti di lavoro che supera abbondantemente l'offerta, caso più unico che raro nel momento che sta vivendo l'economia globale. Tradotto in soldoni: non ci sono dealer a sufficienza, mancano i dirigenti e persino gli operai per costruire e/o sistemare le strutture.
Ne consegue che il costo del lavoro a Macao è aumentato, per la gioia dei dipendenti. Limitiamoci ai casino di Macao: da quelle parti i salari sono aumentati del 6,5%, tanto che mediamente gli impiegati dei casino guadagnano poco più di 2.000 dollari (mance e bonus esclusi). In alcune sale de gioco, addirittura, i croupier guadagnano di base più del doppio dei camerieri.
Ma anche quello che potrebbe sembrare un paradiso, nasconde in realtà dei problemi. Esercizi commerciali quali piccoli ristoranti e negozi, infatti, rischiano di chiudere bottega perché sono costretti ad aumentare il salario dei propri dipendenti, i quali altrimenti 'emigrerebbero' a lavorare in uno dei casino. Ogni rosa, anche la più bella, ha le sue spine.
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