Un dealer del Gold Eagle Casino, che faceva parte di un gruppo di cheater, dovrà restituire circa 20.000 dollari alla sala da gioco nel giro di due settimane, o altrimento finirà per un po' di tempo dietro le sbarre di una prigione.
Un dealer del Gold Eagle Casino, che faceva parte di un gruppo di cheater, dovrà restituire circa 20.000 dollari alla sala da gioco nel giro di due settimane, o altrimento finirà per un po' di tempo dietro le sbarre di una prigione.
Un dealer del Gold Eagle Casino, che faceva parte di un gruppo di cheater, dovrà restituire circa 20.000 dollari alla sala da gioco nel giro di due settimane, o altrimento finirà per un po' di tempo dietro le sbarre di una prigione.
Era il 2008-2009, quando Christopher Stone-Spyglass lavorava al Gold Eagle Casino (in Canada) come dealer. Insieme ad altri sei complici, aveva messo in piedi una vera e propria banda di cheater. Peccato che le telecamere di sorveglianza del casino li abbiano individuati, permettendo alle forze dell'ordine di trarli in arresto.
Una panoramica esterna del casino canadese
Secondo gli inquirenti, il dealer utilizzava varie tecniche al tavolo del blackjack: fingeva di mischiare in modo da “garantire virtualmente le vincite”, mostrava le carte ai suoi amici e permetteva loro di ritirare le puntate in caso di mano perdente, mentre in caso di mano vincente pagava somme maggiori rispetto al regolamento.
Gli altri sei uomini hanno già restituito il maltolto, e hanno ricevuto la condizionale o la libertà vigilata, ma Spyglass non ha ancora restituito neppure un centesimo: il canadese deve restituire 12.600 dollari alla Saskatchewan Indian Gaming Authority, versando 1000 dollari al mese, ma avendo perso il suo lavoro per ora ne è impossibilitato.
Il giudice Violet Meekma, però, si è dimostrata inflessibile: l'ex croupier del casino deve cominciare a versare la prima rata di 1000 dollari entro il 25 aprile, e e poi successivamente ogni 15 del mese, altrimenti sarà messo in carcere per 12 mesi. La Meekma ha deciso così perché, secondo lei, il canadese “francamente non si sta sforzando più di tanto per ripagare il suo debito”.
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