In Italia il nome di James Edward Billie potrebbe dire poco, ma negli Stati Uniti è molto conosciuto come capo tribù degli Indiani Seminole della Florida che gestiscono il famoso marchio Hard Rock International e che sarebbe pronto a rilanciare anche lo storico casinò veneziano.
“Se ci coinvolgessero, potremmo anche pensare di rilanciare il Casinò di Venezia. Anche se investire in Italia non è facile”. Sono queste le parole di James Edward Billie dall'Hard Rock Cafe di bacino Orseolo dove, assieme al vice James F. Allen, ha raccontato la sua storia e i progetti per la nota catena di locali Hard Rock Cafe.
Billie è capo tribù degli Indiani Seminole della Florida (eletto dalla stessa nel 2011 con il 60% dei voti), dove è considerato un personaggio simbolo. La tribù dei Seminole è stata l'unica a non essersi mai arresa alle giacche blu statunitensi ottenendo l'autonomia nel 1923 e a titolo d'indennizzo il pieno riconoscimento della sovranità sui territori loro rimasti nel 1957. Una tribù che ha sviluppato diverse economie molto remunerative basate in particolare sulla vendita di tabacco, sulla valorizzazione del patrimonio culturale, sul turismo e ovviamente sul gioco d'azzardo.
Attualmente i Seminole sono proprietari di uno dei più famosi marchi al mondo, quello dell'Hard Rock International che conta 154 caffè, 21 alberghi e 10 case da gioco. L'incredibile storia di “Chief Jim Billie” è stata portata alla luce nel nostro Paese dal premio Nobel Dario Fo e dal figlio Jacopo. E se il Casinò di Venezia arrivasse nelle mani dei nativi americani? Come abbiamo sentito Billie sarebbe contento di gestire una delle case da gioco più storiche al mondo, nonostante i soliti problemi economici che si riscontrano in Italia per imprenditori che arrivano dall'estero, inoltre la sua capacità imprenditoriale è di grande livello visto che gli ex nativi americani gestiscono da anni, con grande successo, il marchio Hard Rock.
Sono da sempre appassionato di giochi d’azzardo e in particolare di giochi di carte e casinò. Come hobby mi piace molto dipingere e andare alle mostre d’arte contemporanea.