Ognuno ha i suoi problemi. Noi in Italia da decenni ormai con solo quattro casinò su tutto il territorio, tra le altre cose ubicati in zone non facilmente raggiungibili, che lottiamo per aprire nuovi sedi, e chi invece lotta per altri obiettivi, più “leggeri”.
Obiettivi “leggeri” nel senso di droghe leggere. Il comitato sulle Politiche di gioco del Nevada dovrà tornare a valutare l’ipotesi di dare l’ok alla vendita di marijuana all’interno dei casinò dello Stato statunitense. A breve infatti l’industria dei casinò e quella della cannabis si inoltreranno per discutere nuovamente sul divieto che oggi non permette la vendita di droghe leggere all’interno dei casinò.
Ad oggi consumare marijuana per uso privato è legale nello Stato del Nevada. L’uso ricreativo della marijuana è stato legalizzato lo scorso novembre, ma al momento non è possibile acquistare tali sostanze stupefacenti all’interno dei casinò. Ovviamente quello della cannabis resta un tema caldo, anche perché la marijuana viene considerata a livello federale come una droga tipo 1, al pari dell’eroina.
Ben altri problemi abbiamo invece noi in Italia. In verità anche da noi si discute sul tema droghe leggere, ad oggi vietate per uso ricreativo, mentre è legale a scopo terapeutico, ma con molte limitazioni. Insomma, anche qui da noi la legalizzazione delle droghe leggere è un tema sempre attuale, ma prima di poter arrivare a vendere a vendere droghe nei casinò italiani, forse dovremmo lottare per veder nascere nuove case da gioco sul territorio.
Aprire nuovi casinò, oltre ai quattro già esistenti da decenni, è un tema tanto discusso, con una fetta di politici pronti per dare il via libera all’apertura di nuove case da gioco e altri assolutamente contrari, spaventati dai rischi legati dal gioco d’azzardo, come il riciclaggio di denaro sporco o la salute dei cittadini, che di colpo diventerebbero tutti dei ludopatici. Follie italiane.