Non è solo l’Europa ad essere terrorizzata da folli assassini. Dopo i recenti episodi di Manchester e Londra, altre 36 persone hanno perso la vita a Manila durante un attacco al Resorts World Manila messo a segno i primi di giugno.
Non è solo l’Europa ad essere terrorizzata da folli assassini. Dopo i recenti episodi di Manchester e Londra, altre 36 persone hanno perso la vita a Manila durante un attacco al Resorts World Manila messo a segno i primi di giugno.
Non è solo l’Europa ad essere terrorizzata da folli assassini. Dopo i recenti episodi di Manchester e Londra, altre 36 persone hanno perso la vita a Manila durante un attacco al Resorts World Manila messo a segno i primi di giugno.
In questi giorni telegiornali di tutto il mondo stanno pubblicando le immagini dei filmati di sicurezza, dove si vede l’assalitore che entra nel Resorts World Manila, un grande complesso composto da quattro hotel, un casinò e negozi, poco dopo la mezzanotte.
Nei filmati si vede l’uomo sparare raffiche di mitra, ma mirando in alto, no ad altezza uomo. Poi appicca un incendio dando fuoco ad un tavolo da gioco, e dopodiché ruba delle fiches. L’Isis per ben due volte ha rivendicato l’attacco, dichiarando che l’obiettivo dell’uomo era proprio quello di fare vittime appiccando un incendio. Il capo della polizia filippina Ronald dela Rosa ha però smentito che si sarebbe trattato di una azione terroristica.
L’ipotesi più accreditata è che si sarebbe trattato di una rapina, e l’uomo per coprire la propria fuga, oltre ad intimidire con ripetuti spari, ha appiccato il fuoco. Secondo la polizia locale è stato dunque una rapina ideata da un folle squilibrato. L’uomo si è infatti tolto la vita poco dopo l’attacco, dandosi fuoco in una stanza del vicino hotel Maxims. Secondo la ricostruzione degli agenti che hanno trovato il corpo senza vita dell’assalitore, l’uomo si sarebbe avvolto in una spessa coperta, versatosi addosso della benzina e datosi fuoco.
Si esclude dunque la pista islamista, anche perché tutte e 36 le vittime sarebbe stata uccise dal fumo provocato dall’incendio. La causa delle morti è dunque l’asfissia. Se realmente fosse stato un militante jihadista, avrebbe sparato alle perone, ha precisato Ronald dela Rosa, capo della polizia filippina, da tempo in lotta per combattere gruppi legati all’Isis nel sud del paese.
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