In Italia di casinò, come sappiamo, se ne contano oggi solo cinque (due nella sola Venezia). Un tempo però città che ospitavano casa da gioco c’erano di più, ricordiamo il Casinò di Taormina, quello di San Pellegrino Terme e il Casinò di Rivoli, di cui oggi vi racconteremo la storia.
Il Casinò di Rivoli, anche se ha svolto funzione di casa da gioco per pochissimo tempo, vanta una storia davvero interessante. La sede che ha ospitato il casinò verso la metà degli anni ’40 è infatti un castello che sorge sulla collina di Rivoli, che fino al 1247 era proprietà dei Vescovi di Torino. Viene poi ceduto e diventa la Residenza Sabauda, fino al 1883, quando verrà poi venduto alla Città di Rivoli.
Qui la città, dopo cinque secoli in qui nel castello avevano soggiornato i regnanti sabaudi, decise di affittare l’edifico all’esercito, che lo fece diventare una caserma, alloggio per i soldati. Le forze dell’esercito occuparono l’edifico fino al 1909.
Si arriva al 1946. Dopo vari tentativi di riportare la struttura ai suoi antichi splendori, in Città viene proposto ai cittadini un referendum dove votare si o no alla proposta di far diventare il castello una casa da gioco. Era il 12 maggio 1946 e 1940 elettori, su 2421 persone, votarono per il Si. Il Castello di Rivoli divenne un casinò per volere dei cittadini.
Il Casinò di Rivoli ebbe però vita breve, solo pochi mesi. Ma in quel poco tempo, tanti andarono nella neonata casa da gioco piemontese a fare una puntatina, sopratutto personaggio celebri di allora, come l’attore Vittorio De Sica, un assiduo frequentatore del Casinò di Rivoli.
Dopo la chiusura, solo nel 1969 si cercò di proporre nuovamente l’apertura di un casinò, ma la proposta non ebbe credito. Oggi il Castello è un museo, organizza mostre ed eventi, ospita una biblioteca, collezioni, e per gli amanti del buon cibo, nell’immediate vicinanze troverete il ristorare due stelle Michelin Combal.Zero. Dove un tempo di giocava d’azzardo, ora si azzarda in cucina con piatti che propone lo chef stellato Davide Scabin.