Venezia, una delle città più affascinanti del mondo, ammirata ogni anno da milioni di turisti, per i suoi scorci strappa fiato. Una città incantata e che incanta, con un passato da raccontare colmo di storie avventurose, grazie ai tanti vizi di cui erano in possesso i suoi cittadini.
A Venezia non a caso è nato il primo casinò del mondo, il Ca' Vendramin Calergi, fondato nel 1638, anche se i suoi abitanti il gioco d’azzardo lo conosceva già e da tanti anni. Già nel ‘400, nei Ridotti della città, la gente si incontrava per giocare d’azzardo, e in particolare giocavano alla “basseta”; un gioco a cinque carte, dove lo scopo era indovinare l’uscita delle successive, se di valore più alto o meno basso.
La “basseta” oggi è un gioco perso nel tempo, ma in quegli era anni davvero giocato da tutti. I veneziani avevano infatti un detto: al mattino una messeta, dopo pranzo una basseta, dopo cena una donneta. Sacro e profano: oggi come allora le persone lì hanno sempre mescolati assieme. E nel 1700 ci fu in particolare un uomo che di quel detto ne fece una ragion di vivere; stiamo parlando di Giacomo Casanova.
Casanova, il primo latin lover italiano, da tutti noto come Don Giovanni, che in quegli anni fece del Casino del Ridotto il suo punto di riferimento, si perché poteva giocare d’azzardo e nello stesso tempo intrattenere le dame che frequentano il posto. Donne e gioco. Gioco e donne.
Eh già, lo conosciamo tutti Giacomo Casanova, poiché narrato i numerosi libri, recitato nei film, ma quello che ricordiamo di lui è quasi sempre e solo che fu un grande amatore. In realtà era tante altre cose, tra cui uno scrittore, bibliotecario, mago, storiografo, diplomatico, spia e… un giocatore d’azzardo.
E spesso per pagar i suoi debiti metteva proprio in atto il suo fascino per sedurre ricche donne e farsi donare denari per ritornare a pagare i propri creditori o semplicemente per effettuare una nuova puntata al gioco. Forse era più un giocatore d’azzardo che un donnaiolo. L’invenzione del Lotto moderno la dobbiamo infatti a Giacomo Casanova.
Ma come abbiamo detto, se oggi conosciamo le ‘avventure’ del latin lover più famoso in Italia, lo dobbiamo semplicemente a lui, che in quanto scrittore, negli anni mise nero su bianco la sua storia di amante e giocatore. Negli anni in cui visse Casanova, di tanti altri Don Giovanni chissà quanti ce n'erano, ma nessuno ha saputo tramandare ai posteri le proprie memorie.