Arrestati nel corso dell’operazione Scico della Guardia di Finanza, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Francesco Corallo e Amedeo Laboccetta, accusati di associazione per delinquere transnazionale. Un maxi riciclaggio da 200milioni.
Giochi e riciclaggio: in manette Francesco Corallo e Amedeo Laboccetta. Indagato anche il cognato di Fini
Arrestati nel corso dell’operazione Scico della Guardia di Finanza, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Francesco Corallo e Amedeo Laboccetta, accusati di associazione per delinquere transnazionale. Un maxi riciclaggio da 200milioni.
Francesco Corallo, principale imprenditore internazionale delle slot machine e re dei casinò ai Caraibi, è stato arrestato assieme a Amedeo Laboccetta, ex parlamentare, con accuse a vario titolo nell’ambito di un’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. In manette anche altri professionisti del settore.
A portare a termine l’operazione la Scico della Guardia di Finanza. Gli arresti e le perquisizioni sono avvenuti anche all’estero, in stati come le Antille Olandesi, il Regno Unito, Canada e Francia. Sequestrati beni e conti corrente per centinaia di milioni di euro.
L’inchiesta della magistratura romana sull’associazione per delinquere transnazionale che riciclava in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery. Nelle carte dell'indagine anche la casa di Montecarlo che nel 2010 creò non pochi imbarazzi all'ex presidente della Camera.
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L’operazione, denominata ‘Rouge et Noir’, riguarda un’associazione per delinquere transnazionale che riciclava in tutto il mondo i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on-line e sulle video-lottery, come riportano anche sul quotidiano IlFatto.
“L’operazione condotta dalla GdF è di eccezionale importanza – afferma Giuseppe Pignatone, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma – Grazie al Servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata e alle autorità giudiziarie delle Antille Olandesi abbiamo potuto intervenire su una mole impressionante di denaro sottratto ai contribuenti italiani. La Procura di Roma e di Rotterdam hanno dato vita a una squadra comune. La società coinvolta, che fa a capo a Francesco Corallo, ha cambiato vari nomi operando nel settore dei giochi con strategie solo in parte lecite ed evadendo le tasse. Ringrazio anche l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per il lavoro svolto”.
Sarebbe oltre 200 i milioni di euro sottratti al fisco, dal 2004 al 2014. Soldi che in parte sarebbero finiti nelle tasche di Corallo e gli altri associati, in parte portati all’estero tramite società fittizie.
Nella lista degli indagati compaiono poi i nomi anche di Sergio e Giancarlo Tulliani, suocero e cognato di Gianfranco Fini, ex presidente della Camera. Come riporta IlFatto, nell’inchiesta su un maxiriciclaggio da 200 milioni legato alle slot entra anche la vicenda della casa di Montecarlo, già al centro di una indagine che nel 2010 lambì l’ex presidente della Camera, Gianfranco Fini. In particolare, secondo quanto accertato dai pm di Roma, Giancarlo Tulliani avrebbe messo a disposizione di uno degli arrestati, Rudolf Baetsen (ritenuto “braccio destro di Corallo”), due società offshore per poter far transitare i soldi destinati alle Antille. In base all’impianto accusatorio Baetsen si sarebbe mosso per finanziare l’acquisto dell’appartamento di Montecarlo che era stata di proprietà di Alleanza Nazionale attraverso tre società offshore riconducibili a Giancarlo Tulliani.
