E' successo in provincia di Genova, a Sampierdarena. Qui una donna di 60 anni costringeva la propria figlia e la nipote appena maggiorenne a prostituirsi, e con parte dei guadagni andava a giocare alle slot machine.
E' successo in provincia di Genova, a Sampierdarena. Qui una donna di 60 anni costringeva la propria figlia e la nipote appena maggiorenne a prostituirsi, e con parte dei guadagni andava a giocare alle slot machine.
E' successo in provincia di Genova, a Sampierdarena. Qui una donna di 60 anni costringeva la propria figlia e la nipote appena maggiorenne a prostituirsi, e con parte dei guadagni andava a giocare alle slot machine.
La donna è stata ovviamente arrestata con l'accusa di induzione e favoreggiamento della prostituzione. Questo per aver costretto la propria figlia e la nipote, da poco maggiorenne, a prostituirsi per le strade di Genova, nella provincia di Sampierdarena. La donna però non ha agito da sola.
L'anziana donna, di anni 60, gestiva insieme ad altri due figli e una cugina un giro di squillo di almeno una decina di ragazze, tutte romene, tra cui c'erano ovviamente anche la figlia e la nipote. Per questo lei e i suoi due figli sono anche accusati di associazione a delinquere finalizzata al reclutamento, induzione e favoreggiamento della prostituzione.
I soldi che mettevano su con il loro giro d'affari sporco, i quattro, li usavano per inviarli nel loro paese in Romania. Una parte però la donna li utilizzava per comprasi gioielli e ancora, un'altra grossa parte, l'utilizzava per giocare d'azzardo. La donna era infatti spesso impegnate a smanettare alle slot machine, utilizzndo le banconote guadagnate grazie alla propria figlie e nipote, costrette a prostituirsi per strada.
L’indagine è partita un anno fa dalla denuncia della terza figlia della 60enne, mamma della ragazza obbligata a prostituirsi. Inoltre, per guadagnare più soldi alle, la donna obbligava le ragazze ad avere anche rapporti sessuali non protetti. I quattro arrestati “reclutavano” con inganno le ragazze in Romania. Cercavano giovani di famiglie umili che vivevano in stato di povertà assoluta.
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