Capire quando l'uomo abbia iniziato a praticare il gioco d'azzardo è una sfida quasi impossibile, l'unica certezza è che molti dei giochi di oggi venivano praticati anche moltissimo tempo addietro, come il gioco dei dadi, detto Zara.
Per molti studiosi il gioco d'azzardo viene praticato da sempre, l'uomo pare abbia sempre avuto l'impulso di scommettere. E parlando di Dadi, i più antichi esemplari risalgono al V millennio, anche se erano più dei astragali, cioè fossero utilizzati per prevedere il futuro ed erano dei piccoli ossicini di forma cuboide. Sono stati scoperti all'interno di tombe, per questo si pensa fossero considerati come oggetti magici. Solo in seguito furono poi utilizzati per praticare il gioco d'azzardo.
I primi dadi a sei facce sono stati invece trovati in Egitto (risalgono al 600 a.C.) e Cina (2000 a.C.). In Italia invece i più antichi trovati risalgono all'epoca etrusca, anche se al posto di numeri vi erano lettere. Invece i romani praticavano il gioco d'azzardo e il gioco dei dadi durante i Saturnali, i giorni dedicati al dio Saturno, dal 17 al 23 dicembre. Un Natale romano potremmo dire oggi e forse per questo che in Italia durante le festività natalizie ci si riunisce intorno ad un tavolo a giocare a vari giochi come il 7 e mezzo, la tombola, il mercante in fiera e altri.
Tuttavia, solo nel Basso Medioevo che l'uomo scopre il gioco della Zara, parola che deriva dall'Arabo e che significa proprio azzardo. Il gioco della Zara possiamo considerarlo un antenato dei Dadi moderni. La Zara era senza dubbio il più diffuso gioco di quel periodo, tanto che Dante ne parla anche nella sua Divina Commedia, Purgatorio, Canto VI, quando si trova nell'Antipurgatorio.
La Zara era un gioco composto da tre dadi e si giocava in due, un Banco e un giocatore. I possibili totali vanno dal minimo di 3 (1-1-1) al massimo di 18 (6-6-6). Ora i risultati più bassi e più alti (dal 3 al 6 e dal 15 al 18) vengono chiamati AZAR (che è il nome spagnolo del gioco), i risultati centrali (dal 7 al 14) vengono chiamati SORTI. Il banco tira dunque i dadi per il giocatore e se esce un azar, vince e la mano è finita. Se fa una sorte, il numero uscito viene attribuito all'avversario e ritira i dadi. Nel secondo caso il banco fa il suo 2° tiro: se fa un azar (a questo punto sarebbe un re-azar), perde e la mano è finita; se fa la stessa sorte di prima la mano è nulla e si ricomincia; se fa una sorte diversa la attribuisce a sé stesso e ritira i dadi. Nel terzo caso il banco continua a tirare i dadi finché non esce una delle due sorti prima determinate: se esce quella dell’avversario, il banco perde; se esce la sua, il banco vince.
Non siamo poi così lontani dalle regole del moderno Craps, il gioco dei Dadi dei casinò. Il giocatore in effetti lancia due dadi e sfida il banco. Il lanciatore vince subito se fa 7 o 11 (seven eleven!), perde subito se fa un “craps” (2, 3 o 12), mentre negli altri casi l’esito diventa il punteggio che il lanciatore, continuando a tirare i dadi, dovrà cercare di realizzare nuovamente prima che di ottenere un 7. Dunque la prossima volta che sarete in un casinò a lanciare un paio di Dadi, saprete bene o male quando ha avuto inizio il tutto.
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