E' arrivata una importante sentenza riguardo una controversia tra un Casinò legale francese ed un giocatore italiano al quale era stato concesso un prestito di gioco, ma che poi successivamente il giocatore si era rifiutato di onorare.
E' arrivata una importante sentenza riguardo una controversia tra un Casinò legale francese ed un giocatore italiano al quale era stato concesso un prestito di gioco, ma che poi successivamente il giocatore si era rifiutato di onorare.
E' arrivata una importante sentenza riguardo una controversia tra un Casinò legale francese ed un giocatore italiano al quale era stato concesso un prestito di gioco, ma che poi successivamente il giocatore si era rifiutato di onorare.
La storia di base è abbastanza classica. Un giocatore italiano, abituale e noto al Casinò du palais de la Mediterrannee di Nizza, chiede ed ottiene un prestito per poter continuare a giocare. Il cittadino firma degli assegni, per un ammontare di €17.000 a copertura del debito. Titoli che risulteranno scoperti.
Questa storia è stata portata al tribunale di Milano, visto che il debitore si era opposto al decreto ingiuntivo. In un primo momento è stata data ragione a lui, per poi veder ribalta la sentenza in appello.
I giudici di secondo grado hanno ritenuto che non potesse trovare applicazione a favore del giocatore “la legge non accorda azione per un debito di gioco o per il pagamento di una scommessa”. Aggiungendo un riferimento, basato su una sentenza della Cassazione francese del 1980, che da ragione al Casinò in quanto “Casa di gioco autorizzata dalla legge e regolamentata dai pubblici poteri”.
Nel ricorso del giocatore moroso, la Cassazione ha premesso che l'interpretazione della legge straniera, al pari di quella nazionale, è prerogativa del giudice italiano, pertanto può anche non essere presa in considerazione in Italia. A dare adito alla propria sentenza, la Cassazione ha aggiunto che, se è vero che il debitore non può “paralizzare l'azione di pagamento proposta nei suoi confronti dalla casa da gioco autorizzata” e regolamentata dalla legge, come aveva sostenuto la Cassazione francese, questo principio non può essere fatto volere nel caso in cui “il debito in questione si riferisca a prestiti concessi dal casinò per alimentare il gioco”.
La faccenda non è ancora chiusa. Infatti, siamo in attesa della nuova puntata, visto che i giudici della Cassazione hanno rinviato il tutto ad un nuovo processo, davanti alla Corte d'Appello di Milano.
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