Il giocatore di ieri e di oggi: Fëdor Dostoevskij

Nel 1.886 è stato pubblicato postumo il libro dello scrittore russo Fëdor Dostoevskij, Il Giocatore. Libro, quasi autobiografico, che entra nella mente di un ipotetico giocatore conpulsivo di roulette e ne mette a nudo tutte le sue debolezze.

Oggi il giocatore tipico da casinò è visto dalla maggior parte delle persone come un uomo ricco, facoltoso a cui non importa nulla di perdere o di vincere cifre ingenti ; oppure come una semplice persona in cerca di fortuna. Spesso però questi due giocatori hanno un lato in comune: il gioco conpulsivo.

Certamente sono molte le persone ricche e facoltose che con i soldi sperperati avrebbero potuto risanare il debito pubblico di un piccolo stato africano. Questo è il caso (forse un po' estremizzato) di Terrance Watanabe che ha perso ben 127milioni di dollari nelle sale da gioco di Las Vegas.

Il quadro di Botero, “Il Giocatore”

Abbiamo, purtroppo, anche il rovescio della medaglia. Sherry Holcomb, a causa delle disavventure che hanno colpito la sua famiglia e probabilmente ammagliata dalle possibili vincite, ha sperperato tutti i suoi risparmi nelle sale da gioco. Soldi che però sarebbero serviti per curare la grave malattia del figlio poco più che ventenne.

Già nel 1.886 Fëdor Dostoevskij, nel suo libro “Il Giocatore”, ci ha dato una dimostrazione e ci ha spiegato come questo problema sia sempre attuale. Nel suo libro, che riflette anche le sue  esperienze personali, lo scrittore russo ci porta in un viaggio attraverso la mente (a volte perversa) di un giocatore d'azzardo. Anche Aleksej (così si chiama il protagonista del libro) rimane vittima del gioco d'azzardo, andando conseguentemente incontro ad un inaridimento emozionale che lo allontana da tutti i piaceri della vita, accecato completamente dalla possibilità di vittoria.

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Scritto da CIW staff

KratosKaiBia