La sala da giochi, costretta a pagare una multa salata per aver aperto (seppure per pochi minuti) nel 1981, nonostante non avesse la licenza, si è vista restituire il denaro. Ma il sindaco non si accontenta.
La sala da giochi, costretta a pagare una multa salata per aver aperto (seppure per pochi minuti) nel 1981, nonostante non avesse la licenza, si è vista restituire il denaro. Ma il sindaco non si accontenta.
La sala da giochi, costretta a pagare una multa salata per aver aperto (seppure per pochi minuti) nel 1981, nonostante non avesse la licenza, si è vista restituire il denaro. Ma il sindaco non si accontenta.
Il Casinò di Bagni di Lucca è stato al centro di un caso più unico che raro. Nel 1981 fu aperto e chiuso in pochissimo tempo, visto che non aveva la concessione ma il sindaco di allora, Ezio Tintori, decise comunque di sfidare la legge. Una decisione che costò caro, visto che lo Stato impose una multa da 215 milioni di lire.
Come riporta ‘Il Tirreno’, pur decidendo di pagare (soltanto nel 2004 in realtà) 171.000 euro su 385.000 (cifra raggiunta causa interessi), il Comune si rivolse alla giustizia tributaria e l’anno scorso ottenne dalla Cassazione la dichiarazione di prescrizione: in pratica, le casse comunali non avrebbero dovuto sborsare nulla.
Anzi, il sindaco Massimo Betti si è visto restituire quei 171.000 euro, a cavallo tra fine 2013 e inizio 2014. Solo che il primo cittadino non si accontenta ed ha chiuesto gli interessi di mora, tornando nuovamente a rivolgersi alla Cassazione. Le vicende legali del fantomatico Casinò di Bagni di Lucca non sono neppure finite che già ricominciano.