Rallenta il processo di apertura al gioco d’azzardo nei casinò terrestri in Giappone. Dopo l’iniziale entusiasmo, il Paese del Sol Levante sta incontrando una serie di problematiche difficili da superare.
Rallenta il processo di apertura al gioco d’azzardo nei casinò terrestri in Giappone. Dopo l’iniziale entusiasmo, il Paese del Sol Levante sta incontrando una serie di problematiche difficili da superare.
Rallenta il processo di apertura al gioco d’azzardo nei casinò terrestri in Giappone. Dopo l’iniziale entusiasmo, il Paese del Sol Levante sta incontrando una serie di problematiche difficili da superare.
Sembrava tutto fatto per l’apertura di un casinò a Tokyo, ma l’entusiasmo dei mesi scorsi sta scemando piano piano. Se fino a qualche tempo fa sembrava solo questione di mesi, prima che venisse approvata la legge a favore del gioco d’azzardo terrestre, oggi le sicurezze si stanno incrinando sempre di più. L’obiettivo di aprire un casinò prima delle Olimpiadi 2020 sembra arduo da raggiungere.
All’entusiasmo iniziale sono subentrate una serie di problematiche non indifferenti. La prima riguarda i costi, sensibilmente più alti rispetto al normale: d’altra parte, in Giappone si partirebbe praticamente da zero. Poi il no di Yoichi Masuzoe, governatore di Tokyo secondo cui l’espansione economica non può passare attraverso un casinò.
Eppure di operatori interessati ce ne sono a bizzeffe: dalla Las Vegas Sands di Sheldon Adelson alla Melco Crown Entertainment, passando per MGM Resorts e Genting Singapore, parecchie compagnie vorrebbero essere in prima fila qualora aprisse uno dei mercati potenzialmente più ricchi al mondo. Ma per il momento c’è un grosso punto di domanda.
Probabilmente ne sapremo di più nelle prossime settimane, dato che il Parlamento ha cominciato a riunirsi per la sessione legislativa autunnale, dove si dovrebbe discutere appunto del disegno di legge sui casinò. C’è chi spera che il progetto possa passare entro novembre, cosa che permetterebbe di arrivare a una seconda stesura già entro il 2015.