Attualmente non sussistono le condizioni per procedere a un secondo bando di gara per la gestione trentennale del Casinò di Venezia. La decisione è arrivata ieri, durante la riunione di maggioranza del Consiglio Comunale.
Attualmente non sussistono le condizioni per procedere a un secondo bando di gara per la gestione trentennale del Casinò di Venezia. La decisione è arrivata ieri, durante la riunione di maggioranza del Consiglio Comunale.
Attualmente non sussistono le condizioni per procedere a un secondo bando di gara per la gestione trentennale del Casinò di Venezia. La decisione è arrivata ieri, durante la riunione di maggioranza del Consiglio Comunale.
Lo avevamo ipotizzato mercoledì scorso, quando abbiamo dato la notizia dell’arresto del sindaco di Venezi Giorgio Orsoni. A poco meno di una settimana di distanza, la decisione di non procedere con il bando di gara per la gestione trentennale del Casinò di Venezia si è concretizzata, durante la riunione di maggioranza del Consiglio Comunale.
Tutto sembrava lasciare presagire che un secondo bando fosse all’ordine del giorno, magari con un forte sconto rispetto ai 500 milioni di euro chiesti nella prima occasione – che, ricordiamo, è finita con zero offerte arrivate sul tavolo. Poi l’arresto di Orsoni, nell’ambito dello scandalo sugli appalti del Mose, e la nuova battuta d’arresto.
Attualmente il Comune è retto dal vicesindaco Sandro Simionato, ma è possibile che nelle prossime settimane Venezia venga commissariata, in attesa di nuove elezioni. Saggiamente – ma c’erano forse alternative? – Simionato e la maggioranza hanno deciso di mettere da parte momentaneamente il discorso-privatizzazione del Casinò.