Botta e risposta tra il consigliere comunale del Partito Democratico e Vittorio Ravà, direttore generale del Casinò di Venezia: oggetto della disputa la precaria situazione della sala da gioco.
Botta e risposta tra il consigliere comunale del Partito Democratico e Vittorio Ravà, direttore generale del Casinò di Venezia: oggetto della disputa la precaria situazione della sala da gioco.
Botta e risposta tra il consigliere comunale del Partito Democratico e Vittorio Ravà, direttore generale del Casinò di Venezia: oggetto della disputa la precaria situazione della sala da gioco.
Non bastava il fatto che l’asta per la gestione trentennale del Casinò di Venezia fosse andata deserta. A peggiorare il clima che sta vivendo la casa da gioco veneta ci ha pensato anche Jacopo Molina, consigliere comunale del Partito Democratico, che ha attaccato in maniera diretta la gestione degli ultimi anni.
Come riportato da Nuovavenezia.it, Molina ha parlato delle perdite del Casinò di Venezia, che a causa delle crisi del settore negli ultimi cinque anni ha lasciato per strada 55 milioni di euro. Ma a questi soldi andrebbero aggiunti altri 9,5 milioni, che secondo il consigliere comunale sarebbero frutto della negligenza dell’attuale gestione.
Molina ha inoltre dichiarato che una privatizzazione del casinò non è la soluzione giusta, per tacere del fatto che il prezzo chiesto sarebbe – secondo lui – troppo alto. Attualmente il Casinò di Venezia deve dare ogni anno 27 milioni di euro al Comune: nel bando, la società che dovrebbe gestire la sala avrebbe dovuto sborsarne 16,6. Eppure, fa notare Molina, nessun’azienda ha presentato alcuna offerta.
Chiaramente il direttore generale del Casinò di Venezia, Vittorio Ravà, ha risposto immediatamente alle critiche, facendo notare come le quote di mercato siano cresciute in alcuni giochi come lo chemin de fer. Per quanto concerne la crisi, Ravà ha sottolineato che l’area del Nord-Est, la più ricca, ne ha risentito maggiormente.