Respinto e ritirato l’ordine del giorno presentato da alcuni senatori italiani, che nelle intenzioni voleva analizzare e potenzialmente tentare di risolvere la crisi dei quattro casinò italiani.
Respinto e ritirato l’ordine del giorno presentato da alcuni senatori italiani, che nelle intenzioni voleva analizzare e potenzialmente tentare di risolvere la crisi dei quattro casinò italiani.
Respinto e ritirato l’ordine del giorno presentato da alcuni senatori italiani, che nelle intenzioni voleva analizzare e potenzialmente tentare di risolvere la crisi dei quattro casinò italiani.
Che il settore dei giochi interessi alla politica italiana solo quando c’è da incassare lo si era capito da tempo. Chiaro esempio di cerchiobottismo made in Italy sono i ciclici attacchi che la classe politica riserva al gambling legale, salvo poi fregarsi le mani quando è tempo di passare alla cassa. E quanto avvenuto due giorni fa ne è l’ulteriore riprova.
In Commissione Finanze, infatti, i senatori Berger, Fravezzi, Laniece, Panizza e Zeller avevano chiesto di “istituire in tempi brevi un tavolo di confronto con gli organismi di rappresentanza delle case da gioco, per valutare iniziative atte a favorirne la ripresa economica e salvaguardarne i lavoratori”. Vedendosi rispondere picche.
Dopo il parere contrario del relatore, nonché viceministro dell’Economia e delle Finanze Luigi Casero, l’ordine del giorno è stato ritirato. Dunque il governo al momento non ha nessuna intenzione di analizzare la crisi dei casinò italiani, che, si leggeva nell’ordine del giorno “è destinata ad avere gravi ricadute occupazionali ed economiche nei territori interessati”.
I casinò di Sanremo, Venezia, Saint Vincent e Campione d’Italia vengono ancora una volta lasciati al loro destino. Fa niente che diano lavoro a migliaia di persone e creino, ogni anno, volumi d’affari importanti – anche se in netto calo – che si traducono in svariati milioni di euro di tasse…