Le quattro sale da gioco italiane – Venezia, Saint Vincent, Campione d'Italia e Sanremo – nei primi sei mesi del 2013 hanno perso il 7,4% di incassi rispetto allo stesso periodo del 2012. Ma sono in arrivo ottime notizie…
Le quattro sale da gioco italiane – Venezia, Saint Vincent, Campione d'Italia e Sanremo – nei primi sei mesi del 2013 hanno perso il 7,4% di incassi rispetto allo stesso periodo del 2012. Ma sono in arrivo ottime notizie…
Le quattro sale da gioco italiane – Venezia, Saint Vincent, Campione d'Italia e Sanremo – nei primi sei mesi del 2013 hanno perso il 7,4% di incassi rispetto allo stesso periodo del 2012. Ma sono in arrivo ottime notizie…
Una notizia buona e una cattiva, per i quattro casinò italiani. Partiamo dalla nota stonata, rappresentata da un calo degli incassi fatto registrare dal Casinò di Sanremo, dal Casinò di Campione d'Italia, dal Casinò de la Vallée di Saint Vincent e dal Casinò di Venezia: insieme hanno perso il 7,4% rispetto al periodo gennaio-giugno dell'anno scorso.
In totale, le sale da gioco italiane hanno incassato più o meno 156 milioni di euro, rispetto ai 168 milioni del primo semestre 2012. 12 milioni di euro in meno, con i giochi da tavolo e le slot machine egualmente nel mirino, anche se il calo delle seconde si è fatto sentire in maniera molto più significativa. I giochi tradizionali hanno perso il 4,4%, mentre le slot sono crollate del 9,5%.
In termini di milioni di euro, roulette, blackjack & affini hanno portato nelle casse dei quattro casinò italiani circa 62,5 milioni di euro (nel 2012 eranostati 65,4), mentre le slot machine sono passate dai 101,7 milioni di euro di gennaio-giugno 2012 ai 92 milioni di euro del 2013. In tutto ciò, però, una buona notizia potrebbe arrivare a breve.
Il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Simona Vicari, ha infatti recentemente dichiarato che è allo studio la possibilità di alzare nuovamente il tetto all'utilizzo del denaro contante, portato a 1.000 euro dal Governo Monti. Come abbiamo anticipato qualche giorno fa, la soglia dovrebbe essere riportata a quota 3.000 euro, per la gioia degli operatori dei casinò.