Duro attacco dell'Amministratore delegato del Casino di Venezia ai dipendenti. Vittorio Ravà ha richiamato all'ordine gli impiegati e li ha invitati ad assumersi le proprie responsabilità sulle problematiche della casa da gioco veneta.
Duro attacco dell'Amministratore delegato del Casino di Venezia ai dipendenti. Vittorio Ravà ha richiamato all'ordine gli impiegati e li ha invitati ad assumersi le proprie responsabilità sulle problematiche della casa da gioco veneta.
Duro attacco dell'Amministratore delegato del Casino di Venezia ai dipendenti. Vittorio Ravà ha richiamato all'ordine gli impiegati e li ha invitati ad assumersi le proprie responsabilità sulle problematiche della casa da gioco veneta.
Il tutto è stato rischiesto tramite una lettera, resa pubblica, in cui l'amministratore delegato analizza le diverse vicissitudini del 2012 concluso comunque con la migliore performance del mercato. Prestazione che sicuramente darà nuova linfa per affrontare al meglio il nuovo anno, denso di impegni e di nuove sfide.
Questo nel dettaglio il testo della lettera che invita, senza mezzi termini, a sospendere gli scioperi: “Il 2012 è stato un anno molto difficile con 15 giorni di sciopero ed un mercato ancora calante ma il fatto che nonostante tutto ciò la nostra Azienda abbia avuto la performance migliore del mercato ci aveva fatto preparare ad affrontare il 2013 con ottimismo. Nel 2012 abbiamo perfezionato la riorganizzazione secondo I’accordo del 23 agosto 2011 e la riorganizzazione societaria che ha permesso di dismettere e fondere una serie di partecipate e far partire il 1° ottobre la CdV Gioco senza debiti e senza zavorre.
Nel 2012 non abbiamo solo tagliato tutti i costi possibili, ma abbiamo incrementato gli investimenti di marketing, pubblicità, ospitalità e autorizzazione al cambio. Le notti bianche sono state un successo, la nuova organizzazione delle slot aveva fatto ricrescere il coin in. Il bonus 777 come il concorso Smart hanno avuto il gradimento dei clienti, ma tutto ciò non poteva durare e lo sciopero ha colpito la notte bianca del 1° dicembre, il Capodanno, il 6 gennaio culminando con domenica 20 gennaio, quando per la maggior parte dell’orario, non abbiamo potuto aprire le slot, perdendo i proventi di una domenica piovosa.
Il Casino di Venezia
Dall’inizio dell’anno abbiamo sospeso l’attività di marketing e promozione e abbiamo gestito i clienti cacciati dalle chiusure anticipate cercando di rabbonirli. Avete detto più volte che l’Azienda è anche vostra, allora penso sia opportuno che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Il Bonus slot non è dovuto e quindi non è stato pagato e se vi fosse stato un appiglio giuridico per ottenerlo ci avreste già riempito di cause come fatto ultimamente per il cambio d’abito o per i funzionamenti o per il TFR sulle mance.
Per citare le ultime tre cause intentate in cui la magistratura ha dato ragione all’Azienda. Allora non resta che lo sciopero, formalmente proclamato solo da USB e CISL, ma effettivamente partecipato in forma estensiva per moral suasion o omertà, senza che le altre sigle abbiano preso decisa posizione. Non ci siederemo al tavolo per dare una mancia e aggiungere alla stratificazione di accordi pregressi un altro accrocchio. Ma come abbiamo comunicato ai vostri rappresentanti sindacali siamo disponibili a rivedere il sistema premiante di tutti i dipendenti secondo parametri da condividere. Questo sciopero non lo contrasteremo e se non saremo in grado di aprire terremo il Casinò chiuso.
D’ora in poi non accetteremo più confronti sul tavolo sindacale per discutere sulle attività rivolte ai clienti, il danno è già tangibile e le conseguenze sono difficilmente prevedibili, sia nel breve che nel lungo termine e quando saremo costretti ad affrontare, oltre alle incertezze del mercato, anche la situazione derivante dagli scioperi, con gli strumenti necessari, saprete chi si deve assumere le responsabilità. Siamo già rivedendo il budget per l’anno 2013 in questo senso.
Il senso di responsabilità difficilmente alberga in chi crede che le rendite di posizione siano senza fine. In questi anni una gran parte dei lavoratori in Italia ha perso non solo la parte variabile dello stipendio ma molti hanno perso anche lo stipendio. Spero che abbiate la consapevolezza della strada intrapresa, ma vi voglio lasciare un’ultima riflessione: i dirigenti e i rappresentanti sindacali passano e sono sostituiti da altri e nessuno se ne accorge, mentre quando passano i clienti non vengono sostituiti da nessuno e ce ne accorgeremo tutti”.
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