Nonostante la sfiducia il consiglio di amministrazione del Casino di Sanremo continua a lavorare ad un piano d'impresa per risollevare le sorti della splendida casa da gioco ligure. Priorità assoluta la messa in 'sicurezza' dell'azienza.
Nonostante la sfiducia il consiglio di amministrazione del Casino di Sanremo continua a lavorare ad un piano d'impresa per risollevare le sorti della splendida casa da gioco ligure. Priorità assoluta la messa in 'sicurezza' dell'azienza.
Nonostante la sfiducia il consiglio di amministrazione del Casino di Sanremo continua a lavorare ad un piano d'impresa per risollevare le sorti della splendida casa da gioco ligure. Priorità assoluta la messa in 'sicurezza' dell'azienza.
A guidare i 'lavori in corso' il presidente Giuseppe Di Meco supportato dal direttore operativo Enrico Bianchi e da Lamberto Graglia, responsabile del settore giochi.
L'obiettivo è quello di diminuire immediatamente tutti i costi di gestione ed intervenire potenziando ed intensificando l'intera offerta dei giochi con dei provvedimenti mirati per un pronto rilancio.
Il casino di Sanremo
Il primo problema da risolvere è ovviamente quello di reperire risorse, che al momento la Casino Spa non ha. Per questo motivo il consiglio di amministrazione, come si legge su Sanremonews, aspetta il Comune che, una volta studiato e condiviso il piano di impresa, finanzi la casa da gioco con una ricapitalizzazione. Ma come può il comune intervenire per dare il via alla ricapitalizzazione?
Al momento sono due le possibili soluzioni: il conferimento alla Spa di immobili (Villa Angerer, Villa Mercede, magazzino Corbellati), per un valore di 14,7 milioni, grazie al quale la società potrebbe spuntare un mutuo dalle banche (ma per un importo assai inferiore); oppure la cessione da parte di Palazzo Bellevue delle azioni possedute nell’Autofiori, che hanno un valore dell’ordine di 7 milioni e rendono circa 400 mila euro di utile all’anno.
Secondo il piano nei prossimi due anni ci dovrebbe essere un contenimento dei costi di almeno 5 milioni di uero che porti la spesa totale di gestione a non più di 40 milioni di euro. La speranza è che nel 2013 la casa da gioco pur attraverando un periodo di grande crisi possa incassare almeno 45 milioni, per avere cosi un margine di 'sicurezza'.
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