Un palermitano ha rischiato di finire in carcere per aver trovato un Gratta e Vinci vincente. Recatosi in una banca per riscuotere, l'uomo ha scoperto che il biglietto era falso. Ma la Corte di Cassazione ha creduto alla sua buona fede.
Un palermitano ha rischiato di finire in carcere per aver trovato un Gratta e Vinci vincente. Recatosi in una banca per riscuotere, l'uomo ha scoperto che il biglietto era falso. Ma la Corte di Cassazione ha creduto alla sua buona fede.
Un palermitano ha rischiato di finire in carcere per aver trovato un Gratta e Vinci vincente. Recatosi in una banca per riscuotere, l'uomo ha scoperto che il biglietto era falso. Ma la Corte di Cassazione ha creduto alla sua buona fede.
Quella che in un primo momento era sembrata una fortuna incredibile e inaspettata, si è quasi tramutata in una tragedia. Un palermitano che stava passeggiando per strada aveva infatti trovato un Gratta e Vinci, già grattato ma con una combinazione vincente. Incredulo, l'uomo si è recato in banca per riscuotere, ma lì sono cominciati i guai.
Stavolta sembrava fin troppo facile!
Si è scoperto che il Gratta e Vinci era falso, con annessa denuncia per truffa al malcapitato cittadino. L'iter giudiziario gli ha portato due condanne nei primi due gradi di giudizio, ma quando il carcere (un anno e cinque mesi) sembrava inevitabile, la Corte di Cassazione ha ribaltato le sentenze precedenti, scagionando l'uomo.
I giudici hanno ritenuto perfettamente normale che una persona, accortasi di un Gratta e Vinci abbandonato, possa chinarsi per raccoglierlo e per verificarne la combinazione. Come, naturalmente, è altrettanto normale che in caso di Gratta e Vinci vincente si provveda a riscuotere. Per l'accusa, viceversa, era impossibile che quel biglietto fosse rimasto a terra così a lungo e non presentasse tracce di ruote di automobile.
Inoltre, la Cassazione ha riconosciuto la grande somiglianza tra quel Gratta e Vinci falso e la sua versione originale, aggiungendo come spesso capiti anche agli operatori di pagare vincite a biglietti falsificati. In buona sostanza, la Corte ha stabilito l'assoluta buona fede del palermitano, annullando la sentenza.
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