Ben tredici ricevitorie accusate di truffa aggravata: compravano dallo Stato i Gratta e Vinci, senza pagarli, e poi li rivendevano. Gli inquirenti hanno valutato un giro d'affari di circa 80.000 euro tra acquisti non pagati e vincite riscosse.
Ben tredici ricevitorie accusate di truffa aggravata: compravano dallo Stato i Gratta e Vinci, senza pagarli, e poi li rivendevano. Gli inquirenti hanno valutato un giro d'affari di circa 80.000 euro tra acquisti non pagati e vincite riscosse.
Ben tredici ricevitorie accusate di truffa aggravata: compravano dallo Stato i Gratta e Vinci, senza pagarli, e poi li rivendevano. Gli inquirenti hanno valutato un giro d'affari di circa 80.000 euro tra acquisti non pagati e vincite riscosse.
Tutto è partito da una ricevitoria di Roccavivara. Una maxi-truffa in piena regola, che ne ha coinvolte altre dodici, basata interamente sull'acquisto e la rivendita di Gratta e Vinci. Peccato che tali acquisti non venissero mai pagati, mentre i Gratta e Vinci in oggetto venivano rivenduti, probabilmente a prezzi vantaggiosi, e messi in commercio a prezzo pieno.
Truffa di Gratta e Vinci nel termolese
Il sistema funzionava in questo modo. La ricevitoria di Roccavivara acquistava dal concessionario una serie di Gratta e Vinci (del valore di 50 mila euro) che però non pagava. Susseguentemente rivendeva i tagliandi ad altre dodici ricevitorie (quattro a Campobasso, due a Sal Salvo, due a Vasto, una a Trivento e una a Dogliola), secondo i carabinieri a un prezzo di favore.
Da queste ricevitorie, poi, i Gratta e Vinci venivano immessi sul mercato. Ma è proprio dalle vincite di questi Gratta e Vinci che i carabinieri sono potuti risalire alle tredici ricevitorie, vincite per un totale di circa 30 mila euro. Ancora non è chiaro se la truffa sia stata orchestrata da tutte e tredici le ricevitorie, o se, Roccavivara a parte, le altre dodici fossero vittime inconsapevoli.
Per la ricevitoria di Roccavivara, però, la truffa non si è fermata ai Gratta e Vinci. Sembra infatti che il titolare abbia taroccato anche le cifre relative alle ricariche telefoniche, truffando ancora una volta il concessionario statale.
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