La sezione del Lazio dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, insieme alla Guardia di Finanza di Roma, ha scoperto una frode legata a numerosi apparecchi di slot: 19 gli esercizi commerciali finiti nella rete.
La sezione del Lazio dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, insieme alla Guardia di Finanza di Roma, ha scoperto una frode legata a numerosi apparecchi di slot: 19 gli esercizi commerciali finiti nella rete.
La sezione del Lazio dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, insieme alla Guardia di Finanza di Roma, ha scoperto una frode legata a numerosi apparecchi di slot: 19 gli esercizi commerciali finiti nella rete.
Mentre ancora non si placano le polemiche sull'accorpamento dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato all'Agenzia delle Dogane, i Monopoli dimostrano una volta di più di saper far più che bene il proprio lavoro. Grazie a un'operazione condotta con la Guardia di Finanza di Roma, infatti, è stata sgominata una vera e propria rete di newslot illegali.
Vlt nel mirino
Sono 19 gli esercizi commerciali finiti nel mirino dell'accoppiata AAMS-GdF, per un totale di 83 apparecchi controllati, 19 dei quali sono risultati in possesso di una doppia scheda di gioco non collegata ad AAMS, oltrea a un congegno elettronico che permetteva di inviare dati falsi in modo da evitare il giusto prelievo fiscale.
Secondo quanto dichiarato da Pietro Ferrara, direttore dell'ufficio dei Monopoli nel Lazio, questo sistema di frode avrebbe privato il fisco di circa 523.000 euro. Grazie alla doppia scheda e al congegno elettronico, le macchine registravano solo 60-70 partite al giorno, rispetto alle normali 200-300, per un'evasione del 75%.
Dall'inizio del 2012, solo nel Lazio, l'AAMS ha controllato la belezza di 2.329 esercizi commerciali, per un totale di 9.442 apparecchi (cioè circa il 25% del totale distribuito sul territorio). L'obiettivo è quello di raggiungere il 50% entro la fine del 2012, giusto quando l'AAMS dovrebbe ufficialmente sparire per fare posto alla nuova agenzia.
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