La notizia della cancellazione dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato è ancora fresca, ma ha già sollevato pareri contrastanti. Quale sarà il futuro dei giochi a pagamento in Italia? Sarà un cambiamento in meglio o in peggio?
La notizia della cancellazione dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato è ancora fresca, ma ha già sollevato pareri contrastanti. Quale sarà il futuro dei giochi a pagamento in Italia? Sarà un cambiamento in meglio o in peggio?
La notizia della cancellazione dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato è ancora fresca, ma ha già sollevato pareri contrastanti. Quale sarà il futuro dei giochi a pagamento in Italia? Sarà un cambiamento in meglio o in peggio?
Il 'pensionamento' dell'AAMS, di cui abbiamo dato conto ieri, ha suscitato sin da subito inevitabili polemiche. Tra operatori, analisti e politici, la maggior parte si è schierata contro la decisione del Governo di accorparne le funzioni all'Agenzia delle Dogane. Ma la realtà è che per capire la portata di questo cambiamento occorrerà aspettare. Quanto?
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“Novanta giorni per una ridefinizione che è più facile di quanto si possa pensare”, dichiara Giovanni Carboni dello studio Carboni&Partners, da sempre particolarmente vicino a ciò che ruota attorno al mercato del gioco in Italia. Agicos lo ha intervistato proprio in merito alla notizia del momento, ed è un Carboni piuttosto cauto quello che ne emerge.
L'avvocato, infatti, sottolinea come non si possa chiedere una riduzione della spesa pubblica per poi dichiararsi contrario agli interventi posti in essere, sostanzialmente rivelandosi d'accordo con quanto deciso tramite decreto ministeriale nei giorni scorsi. Ma contemporaneamente ricorda la difficoltà oggettiva di gestire un settore particolare e delicato come quello dei giochi, che secondo lui “deve essere prioritario”.
Difficile prevedere cosa cambierà da qui al prossimo futuro, e se l'Agenzia delle Dogane riuscirà davvero a sostituire in tutto e per tutto l'operato dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Qui persino Carboni non si sbilancia, soprattutto per quanto riguarda non tanto la gestione centrale, quanto quella periferica. L'accordo stretto con la Guardia di Finanza, secondo l'avvocato, non pare molto chiaro.
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