Da destra a sinistra, i giochi d'azzardo sono sempre al centro dell'attenzione della vita politica. Un'interrogazione parlamentare propone garanzie lavorative al posto delle maxi vincite, mentre l'IDV vuole aumentare il PREU.
Da destra a sinistra, i giochi d'azzardo sono sempre al centro dell'attenzione della vita politica. Un'interrogazione parlamentare propone garanzie lavorative al posto delle maxi vincite, mentre l'IDV vuole aumentare il PREU.
Da destra a sinistra, i giochi d'azzardo sono sempre al centro dell'attenzione della vita politica. Un'interrogazione parlamentare propone garanzie lavorative al posto delle maxi vincite, mentre l'IDV vuole aumentare il PREU.
Ormai non passa settimana che il mondo dei giochi d'azzardo non venga tirato in ballo in ambito politico, nel bene e nel male. Dopo la paventata ipotesi di alzare l'aliquota fiscale ai giochi per finanziare il fondo per le calamità, e aiutare così i terremotati dell'Emilia Romagna, dal Parlamento arrivano altre due proposte.
Adriana Poli Bortone
La prima è dei senatori Poli Bortone e Fleres (Coesione Nazionale), i quali hanno presentato un'interrogazione nella quale propongono di sostituire tutte le vincite superiori a 500.000 euro, derivanti da qualsiasi tipo di gioco legalizzato (online e non), con “garanzie lavorative della durata sufficiente a coprire almeno la vincita”.
Francamente sembra una proposta quantomeno curiosa. Per quanto le motivazioni dei senatori possano essere condivisibili (crisi economica, puntare sul lavoro, frenare il gioco compulsivo, evitare la pubblicità ingannevole), Poli Bortone e Fleres hanno omesso di spiegare chi e come si dovrebbero obbligare i datori di lavoro del fortunato vincitore a fornire garanzie praticamente vita natural durante.
Già più sensata, almeno in linea teorica, è la proposta che è arrivata dall'Italia dei Valori, che intenderebbe raccogliere 1,5 miliardi di euro all'anno, da destinare all'istruzione e alla cultura, alzando il PREU dei giochi e portandolo ad un'aliquota unica del 15%, oltre ad altri soldi derivanti dalla spending review e dal taglio alle spese militari.
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