Grazie al consueto rapporto annuale dell'Istat, apprendiamo come la spesa media mensile per i giochi – di qualsiasi tipologia – sia diminuita dello 0,6%, passando da un 2,7% della spesa non alimentare del 1997, ad un 2,1% del 2010.
Grazie al consueto rapporto annuale dell'Istat, apprendiamo come la spesa media mensile per i giochi – di qualsiasi tipologia – sia diminuita dello 0,6%, passando da un 2,7% della spesa non alimentare del 1997, ad un 2,1% del 2010.
Grazie al consueto rapporto annuale dell'Istat, apprendiamo come la spesa media mensile per i giochi – di qualsiasi tipologia – sia diminuita dello 0,6%, passando da un 2,7% della spesa non alimentare del 1997, ad un 2,1% del 2010.
L'Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha pubblicato ieri l'ormai consueto rapporto annuale sulle abitudini di spesa della popolazione italiana. Il rapporto è stato presentato alla Camera dei Deputati, e ha evidenziato alcuni dati particolarmente interessanti che riguardano il settore dei giochi a pagamento.
I Gratta e Vinci circolano dal 1994
Apprendiamo così che nel 1997 gli italiani dedicavano il 2,7% della spesa non alimentare all'acquisto di giochi di varia natura (ai tempi c'erano lotterie, lotto, totocalcio e poco altro), mentre 13 anni dopo, nel 2010, quel valore è sceso dello 0,6%, toccando quota 2,1%. Questo nonostante, oggi, l'offerta dei giochi d'azzardo sia aumentata in maniera esponenziale.
È diminuito anche il valore medio della spesa dedicata al tempo libero in generale (quindi cultura, svago e giochi), che nel 1997 era del 5,3%, e oggi non supera il 4,4%. Secondo il rapporto dell'Istat, però, sotto questo punto di vista il tempo dedicato ai giochi è rimasto abbastanza simile, mentre è crollato quello dedicato alla cultura.
Vieni a commentare questo ed altri articoli sul nostro forum!