Da alcune indiscrezioni non ufficiali, pare che il governo presieduto da Mario Monti abbia tutte le intenzioni di vietare la pubblicità di qualsiasi tipo di gioco a pagamento. I giochi rischiano dunque di fare la stessa fine delle sigarette.
Da alcune indiscrezioni non ufficiali, pare che il governo presieduto da Mario Monti abbia tutte le intenzioni di vietare la pubblicità di qualsiasi tipo di gioco a pagamento. I giochi rischiano dunque di fare la stessa fine delle sigarette.
Da alcune indiscrezioni non ufficiali, pare che il governo presieduto da Mario Monti abbia tutte le intenzioni di vietare la pubblicità di qualsiasi tipo di gioco a pagamento. I giochi rischiano dunque di fare la stessa fine delle sigarette.
La notizia deve ancora trovare una conferma ufficiale, ma sembra proprio che il mercato dei giochi dovrà fare i conti con una sorta di proibizionismo, o meglio di oscurantismo, proprio come è successo anni fa alle sigarette. Il governo Monti sta pensando infatti di vietare la pubblicità di tutti i giochi d'azzardo.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti
Addirittura, il disegno di legge per vietare la pubblicità dei giochi dovrebbe essere pronto nell'arco di due settimane. Sembra che attualmente ci stiano lavorando i ministeri della Salute e della Cooperazione e integrazione. L'obiettivo sarebbe quello di contrastare la ludopatia, cioè quell'insieme di atteggiamenti e disturbi legati al gioco d'azzardo compulsivo.
Un'ipotesi più morbida prevederebbe per i giochi un trattamento simile a quello dedicato alle bevande alcoliche, la cui pubblicità ha dei paletti ben precisi legati a tempi e modalità. In questo caso, comunque, nelle pubblicità dovrà comparire la percentuale statistica di successo, un dato che spesso (soprattutto per giochi quali Lotto, SuperEnalotto e Gratta e Vinci) i giocatori ignorano.
Resta da capire come e quanto la mancata pubblicità possa influire sull'effettivo consumo di un prodotto, fosse anche un tipo particolare come l'offerta di giochi d'azzardo. E resta anche da capire come potranno regire i concessionari, soprattutto dei “nuovi” casino online che hanno deciso di investire parecchio nell'advertising, e che rischiano di dover rivedere i piani a nemmeno un anno di distanza dalla loro legalizzazione.
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