Mentre persino nazioni storicamente avverse al gioco d'azzardo, come ad esempio la Cina e il Giappone, stanno pensando ad aprire le porte al gambling, ci sono Paesi che curiosamente, invece, hanno deciso di virare dalla parte opposta.
Gambling, i Paesi in controtendenza
Mentre persino nazioni storicamente avverse al gioco d'azzardo, come ad esempio la Cina e il Giappone, stanno pensando ad aprire le porte al gambling, ci sono Paesi che curiosamente, invece, hanno deciso di virare dalla parte opposta.
Le nuove stime parlano di un mercato che entro il 2017 raggiungerà i 113 miliardi di dollari. Eppure alcuni Paesi del mondo hanno chiuso o stanno per chiudere le porte al gioco d'azzardo legale, con conseguenze disastrose non solo per l'economia globale, ma per le famiglie di coloro i quali lavoravano in questo ambiente.
I casino ecuadoregni sono stati accusati di evasione
L'esempio più lampante è quello dell'Ecuador. Il gambling è legale ormai dagli anni sessanta, eppure un recente referendum popolare ha fatto cambiare rotta, con il risultato che l'ultimo casino terrestre, il Casino Montecarlo, ha chiuso l'attività qualche giorno fa. In totale, sono oltre 6000 i lavoratori che hanno perso il loro posto.
La motivazione del governo Correa è che i casino fossero luoghi atti al riciclaggio di denaro, nonché evasori fiscali. In realtà, secondo gli operatori ora l'Ecuador corre il rischio che siano le mafie internazionali ad appropriarsi del mercato del gioco. D'altra parte è storicamente provato come il proibizionismo non sia mai la scelta corretta.
Ben altri sono i motivi che frenano invece gli Stati Uniti, dove il gioco d'azzardo terrestre è una costante, mentre quello online (in particolare poker room e casino online) è passato dall'essere “ignorato” in maniera ipocrita, all'essere osteggiato in maniera aperta (qualcuno ha detto Black Friday?). Da quelle parti, almeno, questo 'niet' dovrebbe decadere nel giro di un anno al massimo.
Vieni a commentare questo ed altri articoli sul nostro forum!
