Quasi 8,4 miliardi di raccolta, 6,6 miliardi in vincite, +43% rispetto al 2011. Questi ed altri numeri all'interno di un'analisi dettagliata sul mercato dei giochi in Italia, partito in maniera molto positiva anche in questo inizio di 2012.
Quasi 8,4 miliardi di raccolta, 6,6 miliardi in vincite, +43% rispetto al 2011. Questi ed altri numeri all'interno di un'analisi dettagliata sul mercato dei giochi in Italia, partito in maniera molto positiva anche in questo inizio di 2012.
Quasi 8,4 miliardi di raccolta, 6,6 miliardi in vincite, +43% rispetto al 2011. Questi ed altri numeri all'interno di un'analisi dettagliata sul mercato dei giochi in Italia, partito in maniera molto positiva anche in questo inizio di 2012.
Di quanto bene abbiano fatto casino online e poker cash game nel mese di gennaio abbiamo già parlato. Ma in generale, è tutto il mercato dei giochi in Italia a godere di un ottimo stato di salute, sebbene ci siano alcuni settori specifici, come l'ippica, che siano alle prese con alcune difficoltà che si trascinano ormai da tempo.
Le vlt viaggiano a gonfie vele
Così, in generale, parliamo di 8,33 miliardi di euro di raccolta; a gennaio 2011 furono solo 5,8. Al netto della vincita (6,66 miliardi), la spesa si è assestata ben oltre gli 1,6 miliardi di euro, con lo Stato che si è portato a casa già 800 milioni, la maggior parte dei quali (circa il 50%) dalle vlt e le slot machine terrestri.
Sono proprio slot e vlt a fare la parte del leone, con 4,6 miliardi di raccolta, quasi un miliardo in più rispetto a dicembre 2011, e nonostante un paio di migliaia di vlt siano state tolte dal mercato. Poi vengono proprio casino online e cash game, con 1,24 miliardi di euro, seguiti dalle lotterie (Gratta e Vinci incluso) con poco meno di 1 miliardo.
Lotto a parte, che ha contribuito con 534 milioni, solo briciole per gli altri settori: 354 milioni per le scommesse sportive (ma solo 3 di spesa), 178 milioni per SuperEnalotto e Win for Life, 170 milioni per il bingo e 136 per i giochi d'abilità. Fanalino di coda l'ippica con 61 milioni, cifra pesantemente condizionata dagli scioperi di gennaio.
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