Blackjack, l’era di chi sapeva contare le carte!

Al giorno d'oggi, contare le carte al blackjack è diventato quasi impossibile. Ma c'è stato un periodo, oltre quarant'anni fa, in cui chi aveva questa abilità poteva fare soldi a palate, praticamente senza correre nessun rischio.

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Al giorno d'oggi, contare le carte al blackjack è diventato quasi impossibile. Ma c'è stato un periodo, oltre quarant'anni fa, in cui chi aveva questa abilità poteva fare soldi a palate, praticamente senza correre nessun rischio.

I giochi da casino, e i casino stessi, sono decisamente cambiati negli ultimi anni. Regole aggiornate, strutture modernizzate, tutto naturalmente da un lato per soddisfare sempre più i clienti, dall'altro per assicurare ai casino introiti sempre maggiori. Anche, naturalmente, mettendo i bastoni tra le ruote a chi cercava di avvantaggiarsi, seppure con metodi non illeciti.

Stiamo parlando di quei giocatori che erano e/o sono in grado di contare le carte al blackjack, ad esempio. Oggi è diventato quasi impossibile, anche per loro: i croupier mescolano le carte dopo aver girato il 70-80% delle carte, non dopo aver esaurito il mazzo come avveniva in passato, e inoltre solitamente i tavoli da blackjack prevedono che si giochi con due, sei o addirittura otto mazzi di carte.

C'è stato un tempo, però, in cui chi era capace di contare le carte al blackjack poteva guadagnare parecchio denaro, senza rischiare nulla e in modo abbastanza semplice. L'era del conteggio delle carte è durata all'incirca vent'anni, tra il 1950 e il 1970, quando ancora i casino e chi li gestiva non erano consapevoli di questi metodi matematici.

In quegli anni, infatti, la teoria dei giochi era ben lontana dagli sviluppi di cui oggi i giocatori sono a conoscenza, e non esistevano mezzi adatti a controllare i flussi di gioco. Per un casino, quindi, era impossibile stabilire come e quanto spendeva, o vinceva, un giocatore di blackjack durante una lunga sessione.


Blackjack onlineIl conteggio delle carte nel blackjack rimase un'arte sconosciuta ai più fino verso la metà del 1960, quando Edward Thorp scrisse un libro (“Beat the Dealer”) destinato a cambiare per sempre la storia di questo gioco. Nel suo libro, Thorp descriveva al mondo intero un sistema di conteggio delle carte di blackjack, presentato assieme a una serie di calcoli probabilisti e matematici, sviluppati dopo una serie di simulazioni al computer.

Il buon Thorp riusciva a vincere in qualsiasi partita di blackjack di qualsiasi casino, tanto da accumulare forti somme di denaro. Come detto, a quei tempi si giocava al blackjack con un solo mazzo di carte, che veniva mescolato soltanto al suo esaurimento. Inoltre, prima che Thorp rivelasse al mondo come contare le carte nel blackjack, cambiare i propri “betting pattern” non era vista come una mossa sospetta dai gestori dei casino, sempre che tali cambiamenti non fossero imposti da qualche interferenza esterna o dal fatto che il giocatore fosse riuscito a segnare le carte.

Dall'uscita di “Beat the Dealer”, le cose cominciarono a modificarsi, come abbiamo detto all'inizio. Potremmo dire che iniziò una vera e propria guerra simbolica tra i casino e i giocatori che riuscivano a contare le carte nel blackjack. Guerra che, a quanto pare, alla lunga è stata vinta proprio dai casino.

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