Il blackjack ha tanti nomi: ventuno, pontoon, ving-et-un. Ma dove è nato, e soprattutto quando, uno dei giochi da casino più amati in tutto il mondo? Quali sono le sue origini e come si è sviluppato nel corso della sua lunga (e non sempre facile) vita?
Il blackjack ha tanti nomi: ventuno, pontoon, ving-et-un. Ma dove è nato, e soprattutto quando, uno dei giochi da casino più amati in tutto il mondo? Quali sono le sue origini e come si è sviluppato nel corso della sua lunga (e non sempre facile) vita?
Il blackjack e Don Chisciotte della Mancia (o de la Mancha, che lo si voglia pronunciare all'italiana o alla spagnola). Che cos'hanno in comune? Facile: Miguel de Cervantes. Si deve proprio al celeberrimo scrittore spagnolo, autore di uno dei romanzi più letti e apprezzati che siano mai stati scritti, la prima testimonianza scritta, e dunque maggiormente affidabile, che riguarda il blackjack.
Miguel de Cervantes, illustre giocatore del primissimo blackjack
Cervantes, infatti, oltre a essere lo scrittore che tutti conosciamo era anche un bel gambler coi controfiocchi. Una delle sue novelle racconta di una coppia di bari che fa di ttuto per truffare gli sprovveduti avventori in un gioco chiamato “veintiuna“, l'equivalente spagnolo del nostro ventuno. La novella di Cervantes è particolarmente signficativa dal punto di vista storico, perché spiega proprio le regole di quel gioco di carte: vince chi si avvicina più al ventuno.
La novella, secondo gli studiosi, è stata scritta agli inizi del 1600. Anche se non possiamo sapere con certezza da quanto tempo il “ventiuna” fosse praticato, possiamo dire che come minimo il gioco in questione ha la bellezza di quattro secoli di vita alle spalle. Che sia nato in Spagna, o che sia stato importato da qualche altro territorio, è tuttora questione dibattuta.
Ad ogni modo, dalla novella di Cervantes il blackjack ne ha fatta di strada. Innanzitutto in quella versione, il “ventiuna”, il mazzo di carte era sprovvisto dei quattro 10. E l'introduzione del blackjack inteso come bonus erogato al giocatore che riesce a chiudere un 21 con le prime due carte non era previsto. Fu introdotto solo molto più tardi, nelle sale da gioco americane, nel tentativo di far sfondare un gioco che, almeno inizialmente, non aveva incontrato il favore del pubblico.
Ha fatto fatica all'inizio, ma ora il blackjack è un gioco amatissimo
Nel tentativo di aumentare la popolarità di questo gioco di carte, le sale da gioco made in USA decisero di premiare con un bonus chiunque avesse chiuso un 21 utilizzando l'asso e il jack di picche (da qui il nome “blackjack”, che significa “fante nero”). Questo bonus (che poi fu esteso a qualsiasi tipo di 21), insieme all'introduzione di nuove regole come il raddoppio e lo sdoppio, segnò la definitiva esplosione del blackjack.
Ai giorni nostri, solo pensare a un casinò terrestre o a un casinò online sprovvisto di almeno qualche versione del blackjack sembrerebbe un'eresia. Ma come abbiamo visto, questo famosissimo gioco di carte ha dovuto faticare per imporsi. Ma a giudicare da ciò che è diventato, la fatica non è stata affatto vana.
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