Si parla spesso del volume di gioco creato mensilmente nei casinò, o di quanto pagano di tasse, ma raramente si discute di ciò che guadagnano effettivamente le sale da gioco, al netto di spese sostenute e imposte.
Si parla spesso del volume di gioco creato mensilmente nei casinò, o di quanto pagano di tasse, ma raramente si discute di ciò che guadagnano effettivamente le sale da gioco, al netto di spese sostenute e imposte.
Si parla spesso del volume di gioco creato mensilmente nei casinò, o di quanto pagano di tasse, ma raramente si discute di ciò che guadagnano effettivamente le sale da gioco, al netto di spese sostenute e imposte.
Quanto hanno reso i tavoli di blackjack al Casinò di Campione d’Italia? Come sono andate le slot machine a Venezia? Qual è stato l’apporto del poker a Campione d’Italia? E del baccarat a Sanremo? Domande, queste, che trovano spesso risposta nei report mensili e annuali delle quattro sale da gioco italiane. Ma a loro, alla fine, quanto resta in cassa?
È sufficiente analizzare alcuni dati, come ha fatto Gioco News. Partiamo dal Casinò di Venezia, la cui capacità reddituale di 16 milioni di euro circa non basta a coprire il 25% degli incassi richiesti dalla proprietà. Non a caso, qualche giorno fa è arrivata un’iniezione di liquidità dal Comune e una ricapitalizzazione.
Per quanto concerne il Casinò di Campione, l’anno scorso la proprietà avrebbe dovuto ricevere 43 milioni di euro, ma la capacità contributiva da 20 milioni circa ha portato una perdita di 23 milioni di euro: stessa sorte capitata a Venezia dunque, con la necessaria ricapitalizzazione.
Il Casinò di Saint Vincent ha una situazione simile a quella di Campione, nonostante l’ente proprietario richieda solo il 10% (cifra più bassa tra i quattro casinò italiani): nel 2013, le perdite sono state di circa 20 milioni di euro. Qui però contribuiscono i pesanti lavori di ristrutturazione che hanno toccato sia il casinò che l’albergo.
Arriviamo al Casinò di Sanremo, dove la proprietà richiede il 13% degli incassi. Il 2013 è stato positivo, perché il saldo positivo è stato di 6 milioni di euro circa. Un dato influenzato dal cambio di marcia che la sala ligure ha avuto a partire dalla seconda metà dell’anno scorso.