Da gennaio ad aprile 2014, l’Erario ha potuto contare su circa 3,8 miliardi di euro, il 2,3% in meno che nei primi quattro mesi dell’anno scorso. Fanelli (ADM): “Basta attacchi al settore del gioco in Italia”.
Da gennaio ad aprile 2014, l’Erario ha potuto contare su circa 3,8 miliardi di euro, il 2,3% in meno che nei primi quattro mesi dell’anno scorso. Fanelli (ADM): “Basta attacchi al settore del gioco in Italia”.
Da gennaio ad aprile 2014, l’Erario ha potuto contare su circa 3,8 miliardi di euro, il 2,3% in meno che nei primi quattro mesi dell’anno scorso. Fanelli (ADM): “Basta attacchi al settore del gioco in Italia”.
Mentre si continua a parlare di ludopatia, e ciclicamente di quanto il settore dei giochi sembra essere immune alla crisi – ma abbiamo più volte dimostrato il contrario – in realtà la situazione non è affatto positiva. A dimostrarlo sono le entrate tributarie, dirette e indirette, che nei primi quattro mesi del 2014 sono decisamente diminuite.
Da gennaio ad aprile, infatti, le casse dello Stato hanno visto entrare 3,8 miliardi di euro, il 2,3% in meno rispetto allo stesso periodo del 2013. La situazione migliora, ma solo leggermente, se prendiamo in considerazione esclusivamente le imposte indirette: il saldo negativo è del 2,2%, per un totale di 3,7 miliardi di euro.
Altro che mercato galoppante: anche il settore dei giochi sta vivendo una contrazione non indifferente, come ha ricordato anche Roberto Fanelli, direttore centrale della gestione tributi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, durante un workshop tenutosi a Roma: “L’allarme sociale è ingiustificato”, ha affermato Fanelli.
Il dirigente dell’ADM, ricordando come la puntata media del giocatore italiano sia molto bassa, ha anche voluto difendere “il modello del gioco italiano, specialmente la regolamentazione dell’online, che è motivo di ispirazione per tutto il mondo”. Ma vallo a far capire alla stampa generalista.