A rivelarlo è l’Istituto Bruno Leoni, che ha effettuato uno studio nel quale viene evidenziato come negli ultimi 10 anni, il mercato illegale del gioco d’azzardo sia passato dal 57% all’8% del totale.
A rivelarlo è l’Istituto Bruno Leoni, che ha effettuato uno studio nel quale viene evidenziato come negli ultimi 10 anni, il mercato illegale del gioco d’azzardo sia passato dal 57% all’8% del totale.
A rivelarlo è l’Istituto Bruno Leoni, che ha effettuato uno studio nel quale viene evidenziato come negli ultimi 10 anni, il mercato illegale del gioco d’azzardo sia passato dal 57% all’8% del totale.
Quello italiano sarà pure il mercato del gioco più tassato d’Europa (o comunque tra i più tassati), e questo si ripercuote negativamente persino sullo stesso gettito fiscale, ma quantomeno è anche uno dei più virtuosi. Lo ha svelato uno studio condotto da Andrea Giuricin e Lucio Scudiero dell’Istituto Bruno Leoni.
Nel 2003, il mercato del gioco illegale, infatti, rappresentava addirittura il 57% del totale. A dieci anni di distanza, attraverso l’analisi dei dati dell’anno scorso, i due professori hanno stimato l’influenza del cosiddetto black market in un misero 8% – misero se lo confrontiamo con i dati di una decade fa, ovviamente.
La cosa più significativa è che il mercato del gioco è cresciuto esponenzialmente in questi ultimi anni, ma nonostante ciò il peso del mercato nero è diminuito. Nello studio, si fa giustamente notare come questa tendenza sia diametralmente opposta rispetto ad esempio al mercato del tabacco, dove il contrabbando è salito solo negli ultimi due anni dal 3 al 10%.
Ma quali sono stati i motivi che hanno contratto così tanto il black market? La lista nera dell’AAMS e la sua azione decisa hanno certamente aiutato, ma i risultati si devono in particolare allo stesso mercato del gioco, che ha saputo evolversi e andare incontro alle esigenze dei giocatori, offrendo modalità di gioco sempre più nuove e diverse.