Quella che tre giorni fa sembrava l’inizio dell’ennesimo, vano tormentone, si è rivelata invece la premessa per la concreta sparizione dell’IMU. Al suo posto ci sarà la Service Tax, finanziata anche dall’aumento delle accise sui giochi.
Quella che tre giorni fa sembrava l’inizio dell’ennesimo, vano tormentone, si è rivelata invece la premessa per la concreta sparizione dell’IMU. Al suo posto ci sarà la Service Tax, finanziata anche dall’aumento delle accise sui giochi.
Giusto tre giorni fa eravamo tornati a parlare della possibilità che il Governo Letta decidesse di cancellare definitivamente l’IMU e, pertanto, tentasse di trovare le risorse economiche per poterselo permettere, aumentando le imposte sui giochi, sui bolli e sulle sigarette. Già da tempo l’argomento è stato oggetto di dibattito tra le autorità politiche e istituzionali, che hanno finalmente preso una decisione definitiva.
Dunque l’aumento delle accise sui giochi ci sarà. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri, che ha decretato la sparizione dell’IMU, introducendo al contempo, a partire dal 2014, la Service Tax. Inoltre, promette Enrico Letta, verrà ridotta la spesa pubblica e ulteriore denaro verrà ricavato dall’Iva derivante dal pagamento di 10 miliardi di debiti, vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione.
Questa decisione rischia di compromettere il già precario equilibrio del settore dei giochi in Italia, soprattutto per quanto riguarda il poker online ma anche i giochi da casinò online. Se il primo vive già da tempo un periodo di calo, l’aumento delle tasse potrebbe comportare il classico colpo di grazia. Inevitabile che anche i casinò online finiranno per risentirne.
Il tutto naturalmente andrà anche a scapito dei giocatori. Per far fronte all’aumento delle accise, infatti, è facile ritenere come gli operatori saranno costretti ad aumentare la rake, nel caso del poker online, o abbassare il payout, nel caso dei casinò online. Il rischio è che si scateni un effetto-boomerang e che lo Stato, nel medio-lungo periodo, finisca per incassare addirittura meno di quanto già non faccia ora.